Coronavirus, stretta ai controlli a Trieste: massima severità per visi scoperti e assembramenti. Dietrofront sul bagno in mare: vietato

TRIESTE Bocca e naso vanno coperti. Per strada la distanza di sicurezza da mantenere è di un metro. È necessario evitare assembramenti nelle piazze e di fronte ai locali che ora sono aperti anche per il take-away. E ancora, non si può raggiungere con un mezzo di trasporto il luogo deputato all’attività fisica. Nei negozi gli ingressi restano contingentati.
Negli esercizi di generi alimentari bisogna indossare i guanti monouso. Il bagno in mare? Su questo si fa marcia indietro, anche rispetto alle dichiarazioni del prefetto Valerio Valenti in merito: la decisione è sospesa e al momento prevale il divieto.
i controlli ricalibrati
Questi sono i principali comportamenti che, con tanto di autocertificazione, dovranno mettere in pratica i cittadini nei prossimi giorni, almeno fino al 4 maggio, giorno dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm, e su cui vigileranno le forze dell’ordine.
Come verranno ricalibrati i controlli lo hanno stabilito assieme, ieri a Trieste, i componenti del tavolo tecnico, coordinato dall’Autorità di pubblica sicurezza ovvero il questore Giuseppe Petronzi. Dopo l’ultima ordinanza del presidente della Regione Massimiliano Fedriga, più permissiva rispetto a quella precedente ma interpretata erroneamente da tanti come un “liberi tutti”, le priorità su cui le forze dell’ordine dovranno porre più attenzione sono state ridefinite. Infatti, anche se da lunedì, con il documento del governatore, ci sono meno restrizioni e quindi più gente in giro, la Questura fa sapere che la guardia non verrà abbassata. Non a caso le sanzioni, seppur in calo, continuano a essere all’ordine del giorno da parte di Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia locale, anche a livello regionale.
Lunedì sono state 111 le persone sanzionate su 3.825 controllate. Durante le verifiche tre persone sono state denunciate per altri reati. Sono stati inoltre esaminati 1.156 attività o esercizi commerciali, di cui tre non in regola. Nel capoluogo giuliano, nello specifico, sono stati fermati 855 soggetti, il doppio rispetto a domenica: irregolarità in 26 casi. Sono state invece 338 le attività commerciali controllate.
tuffi per ora vietati
Ma quali saranno dunque le violazioni da non commettere nei prossimi giorni? È possibile praticare lo sport (camminata, corsa e bicicletta) ma senza raggiungere il luogo dell’attività fisica in auto, motorino o mezzo di trasporto pubblico. Vietato è, invece, il bagno in mare. Tanto che ieri una persona è stata multata a Barcola. Un dato, questo, in contrasto con una delle Faq del sito web del Governo, che chiariva invece negli scorsi giorni come chi abita in zone di lago, mare o fiume possa sfruttare l’occasione di una rinfrescata. «Non c’è uniformità di vedute – spiegano dalla Questura di Trieste –. Sul bagno non abbiamo ancora individuato un’indicazione chiara, ci vuole ancora del tempo per confrontarsi anche con altre località in cui è possibile farlo. La linea prevalente intanto prevede che non sia ammesso».
L’indicazione definitiva, che confermerà l’orientamento attuale oppure lo stravolgerà, arriverà tra oggi e domani. «Stiamo valutando in vista del fine settimana una misura tale che contenga il più possibile, se non elimini – spiega il prefetto Valerio Valenti –, il rischio che la gente vada a Barcola a prendere il sole: perché il problema è questo, non è tanto quello di fare il bagno. Il tema è il contenimento del virus, che si attua evitando di creare presupposti per assembramenti».
no a gruppetti e file
Gli assembramenti saranno sotto la lente delle forze dell’ordine, che inoltre spingeranno per far rispettare la distanza di un metro durante l’attività fisica e la normale routine cittadina (tranne per conviventi o chi ha bisogno di assistenza). Ma soprattutto nelle piazze e di fronte ai locali che da lunedì possono effettuare il take-away. Eppure ieri file fuori dai bar, magari per l’amato capo in B, se ne sono viste eccome. C’è chi si è fermato a sorseggiare la tazzina, o meglio il bicchiere di carta, nei dintorni, con amici o parenti. Comportamenti appunto vietati e a rischio sanzione. I bar infatti, che rimangono chiusi alla clientela, possono sì somministrare bevande da asporto, ma purché il servizio sia gestito su ordinazione da remoto in modo da evitare file o assembramenti di clienti nelle vicinanze o nelle pertinenze del locale. Una volta ritirato il prodotto, lo si deve portare a casa o in ufficio, non sostare sul posto.
«Per il momento nessuna sanzione, ma dai prossimi giorni i controlli, anche da parte delle altre forze dell’ordine, saranno sicuramente più frequenti – avverte il comandante della Polizia locale di Trieste, Walter Milocchi – anche perché si creano assembramenti fuori dai locali, che ieri abbiamo cercato di evitare con avvertimenti alle persone. Soprattutto nel centro cittadino, ma anche nella semi periferia. I locali devono evitare di mettere sedie e tavoli a disposizione dei clienti all’esterno. Purtroppo – commenta – finché le consegne si potevano effettuare solo a domicilio l’ordine veniva rispettato, così la disciplina si sta perdendo. E non sarà semplice far rispettare le regole».
dehors impraticabili
I controlli dei prossimi giorni infatti saranno diretti anche ai dehors, che vanno resi impraticabili. Ritirare il caffè quindi si può, ma non fermarsi su tavoli e sedie. E chi è stato ligio al dovere ha mal digerito i bar che hanno trasgredito. Tante le lamentele durante la giornata.
«Purtroppo anche a noi sono arrivate diverse segnalazioni di situazioni irregolari – spiega Federica Suban, presidente della Fipe Trieste – e abbiamo invitato i titolari dei singoli esercizi a lavorare con professionalità. Comprendo la necessità di ricominciare a lavorare, ma le regole vanno rispettate. Forse, qualche collega che pensa di fare il furbo non ha ben compreso che la leggerezza di alcuni potrebbe portare ad un peggioramento della situazione e a un ulteriore slittamento della data di apertura dei pubblici esercizi. Un monito anche ai clienti: siate responsabili e aiutate i locali a lavorare in sicurezza». —
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