Coronavirus, in Fvg niente più mascherine all'aperto, ma restano obbligatorie nei negozi e al supermercato

TRIESTE. Dalla lettera “a” alla lettera “y”. L’ordinanza numero 16 di Massimiliano Fedriga, in vigore da oggi, 4 giugno, al 30 giugno, mette in fila 25 attività economiche e sociali aperte nelle settimane di convivenza con il coronavirus. Un elenco che contiene quanto già operativo, dalla ristorazione al commercio al dettaglio, dalle piscine alle palestre, e aggiunge le attese novità: si riparte anche con musei, cinema, sagre e spettacoli, centri benessere, spa e piscine termali, e pure con parchi divertimento e aree giochi per bambini. A poter riprendere a lavorare sono poi le professioni della montagna (guide alpine e maestri di sci) e le guide turistiche.
Tutto come da linee guida condivise e approvate dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome lo scorso 25 maggio, nel contesto di un via libera che continua però a escludere locali notturni e discoteche, per i quali si ragionerà di riapertura probabilmente tra un paio di settimane, sempre che la curva del contagio continui a restare favorevole.
Novità confermata, dopo settimane di obbligo, anche sul fronte della copertura di naso e bocca. Mascherine, fazzoletti e copricollo andranno tenuti sempre in tasca, ma sarà possibile farne a meno all’aperto ogni qual volta sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza tra non conviventi. Ribadita invece l’imposizione nei luoghi chiusi accessibili al pubblico. La Regione ha infatti preso atto che «non è sempre possibile garantire durante i movimenti delle persone che circolano negli spazi chiusi aperti al pubblico, per oggettive conformazioni degli stessi, il costante distanziamento interpersonale minimo» e dunque nei bar, nei ristoranti, nei negozi, al supermercato e a messa ci si dovrà continuare a coprire le alte vie respiratorie.
In un’ordinanza di 8 punti si precisa inoltre che sono consentiti nella formazione anche i corsi musicali e quelli hobbistici, e pure le attività di emporio solidale e raccolta abiti ai fini di solidarietà e altre iniziative non disciplinate dalle linee guida regionali, ma che ne garantiscano comunque il rispetto. Con l’apertura alla permanenza nelle residenze universitarie da parte degli assegnatari di alloggi, limitatamente a comprovate esigenze legate allo studio o all'impossibilità di fare rientro nelle abitazioni, il documento interviene infine sulla balneazione, consentendo al concessionario demaniale l’interdizione temporanea dell’utilizzo di una parte dell’area al fine di assicurare il rispetto del distanziamento sociale. —
M.B.. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione riservata © Il Piccolo