Con 7 mila vini della cantina ecco il museo delle bottiglie

La proposta nasce sulla scia della mostra dell’associazione “Di mano in mano”. Il direttore Russo: «Siamo favorevoli, ma dobbiamo capire come valorizzarle»
Cormons 25 Ottobre 2018. Mostra bottiglie storiche. © Foto Petrussi
Cormons 25 Ottobre 2018. Mostra bottiglie storiche. © Foto Petrussi

CORMONS Da una mostra-mercato ad un vero e proprio Museo del Vino. L’iniziativa “Memorie di un tempo della civiltà contadina” messa in piedi dall’associazione “Di Mano in Mano” nella sede di via Vino della Pace e nella quale è possibile vedere esposte circa 5 mila bottiglie di vino di varie latitudini ed annate, in futuro potrebbe diventare una vera e propria esposizione museale.

Il sodalizio del presidente Adriano Toros, infatti, in questi giorni sta valorizzando migliaia e migliaia di etichette prestate all’associazione dalla Cantina Produttori Cormons, che detiene la proprietà di tutte queste bottiglie. E visto il grande successo riscosso dalla mostra in questi primi giorni di apertura, l’idea ora è quella di non fermarsi alla data dell’11 novembre, quando l’esposizione si concluderà: in tanti appassionati del settore si sono infatti avvicinati all’iniziativa in questi giorni, alcuni dei quali proponendosi per acquistare le bottiglie: alcune arrivano dall’Uruguay, altre risalgono all’Ottocento. Ma la volontà della Cantina non è quella di cedere questo patrimonio. E proprio per la rarità di queste etichette in esposizione, si sta facendo largo in queste ore l’ipotesi più affascinante: sedersi tutti attorno al tavolo (Cantina, associazione, viticoltori interessati, enti pubblici che possano ritenere valida l’idea) e porre le basi affinché questo enorme patrimonio storico e vitivinicolo possa essere ulteriormente valorizzato, creando un vero e proprio Museo del Vino. Dove e come? Interrogativi ancora prematuri.

Un’ipotesi che circola in queste ore è che alcune di queste produzioni possano essere ospitate nel Centro di valorizzazione del territorio che verrà realizzato nei prossimi mesi tra l’Enoteca e Palazzo Locatelli. Ma, al momento, è poco più di una suggestione. Certo è che l’idea del Museo piace: «Noi non siamo assolutamente contrari, anzi – esordisce il direttore della Cantina Cormons Andrea Russo – anche se prima ovviamente bisogna capire quali possano essere gli attori interessati a valorizzare questo patrimonio tramite la realizzazione di un vero e proprio museo. E poi chiaramente bisognerebbe capire in quali spazi e con quali modalità mettere in mostra le bottiglie, che sono davvero tantissime: nella mostra ne sono visibili 5 mila, ma nei nostri scantinati ne avevamo almeno altre 2 mila. Insomma, un numero enorme, che non è facile ricollocare. Quale possa essere il futuro di queste etichette dopo l’11 novembre? Ci penseremo dopo quella data. Sicuramente non vogliamo venderle, ma valorizzarle nel modo migliore». Adriano Toros dell’associazione “Di Mano in Mano” aggiunge: «Lo scopo della nostra iniziativa, curata dall’enologo Maurizio Michelini, è quella di far si che le etichette in mostra, alcune davvero rare, possano essere ammirate. Abbiamo svolto un grande lavoro per poterle esporre. La proprietà di queste bottiglie però non è nostra, e quindi non sta a noi decidere cosa sarà di loro dopo l’11 novembre: certo l’idea di una valorizzazione di tipo museale è intrigante».

La palla, a questo punto, potrebbe passare anche attraverso i piedi del Comune e degli altri enti pubblici che possano essere interessati ad un tema simile. —


 

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