Comune di Trieste in guerra contro la zanzara tigre
Adesso bisogna averne paura, il Comune ha già disinfestato ampie zone di città e in primo luogo Giardino pubblico e altri spazi verdi e cimiteri, e ripeterà l’operazione in luglio, agosto, settembre, ottobre. Inoltre ha emesso un’ordinanza di assoluta severità e chi sarà trovato inadempiente potrebbe dover pagare una multa da 25 a 500 euro ai vigili urbani ma anche all’Azienda sanitaria i cui dipendenti sono ufficiali giudiziari. Parte anche a Trieste la campagna contro la zanzara tigre, che può essere portatrice di malattie gravi come la cosiddetta Malattia del Nilo, la febbre Chikungunya e addirittura la Dengue che nella versione più grave porta fatali emorragie, epidemie finora confinate in paesi umidi dell’Africa e dell’Asia, ma alle quali diventiamo purtroppo sensibili a causa dei mutamenti del clima. Piogge intense, caldi esagerati. Il ministero della Salute che monitora la situazione segnala ben 4 casi di Dengue in Friuli Venezia Giulia nel 2011, fortunatamente nessuno lo scorso anno, ma una crescita preoccupante in Veneto (17 casi nel 2010, 8 nel 2012), e in Lombardia, Lazio, Toscana. I casi totali in Italia sono passati da 47 a 74.
La zanzara tigre ha origine proprio nel Sud Est asiatico, da noi la prima infestazione è avvenuta in un deposito di copertoni di auto a Monfalcone. A Duino Aurisina l’insetto circola dal 1998, a Muggia dal 2002, dal 2003 a Trieste (nel quartiere di San Luigi la prima scoperta). Depone le uova in luoghi umidi e là dove ristagna dell’acqua. Quindi l’ordinanza si rivolge ai privati che hanno terrazzi e giardini, a amministratori di stabili, società che gestiscono centri commerciali, gestori di impianti sportivi, responsabili di scarpate ferroviarie, cigli stradali, aree incolte o dismesse, a chi cura un orto, a chi ha attività industriali, artigianali e commerciali, di rottamazione, edili, a chi è responsabile di depositi di copertoni d’auto, ai gestori dei cimiteri, ai cittadini che li frequentano: tutti da oggi in poi obbligati a cancellare ogni traccia di acqua stagnante. In pozzanghere, sottovasi di fiori, contenitori che restano sotto la pioggia e si riempiono. Nelle grondaie. Nei teli ripiegati di plastica all’aperto.
Quando all’aperto vi sono materiali stoccati dove è difficile “stanare” la pozza d’acqua, i proprietari o gestori devono provvedere alla disinfestazione entro 5 giorni dalla caduta di pioggia. Chi porta i fiori freschi in cimitero deve preoccuparsi di mettere nel vaso prodotti e materiali che evitino lo sviluppo delle larve. Per depositi di acqua ineliminabili, obbligatoria una zanzariera.
E non finisce qui, perché la disinfestazione o i trattamenti preventivi devono essere dimostrati (ricevute di acquisto dei prodotti, loro contenitori, autocertificazione seguita da invio della documentazione).
Per informazioni, per ottenere la disinfestazione (comunque a pagamento) ci si può rivolgere al servizio Igiene, sanità pubblica e prevenzione ambientale (unità disinfezione e disinfestazione) dell’Azienda sanitaria che ha sede in via Ralli 3 (parco di San Giovanni) al pianoterra, stanze 17-18-19, aperto al pubblico da lunedì a giovedì con orario 7.30-8.30 e 13.30-14.30 (venerdì 7.30-8.30), telefono 040.399.7495 oppure in finale 7528 o 7516.
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