Gli 80 anni del Club alpinistico triestino fra montagne, grotte e bunker antiaerei

Le iniziative del sodalizio che gestisce la Kleine Berlin. «Dal 1945 esplorazioni, ricerca, tutela dell’ambiente e didattica»

Lorenzo Degrassi
Gli interni della Kleine Berlin Foto Andrea Lasorte
Gli interni della Kleine Berlin Foto Andrea Lasorte

Alpinismo, escursionismo e speleologia. Tutto questo e molto altro è il Cat, acronimo che sta per Club alpinistico triestino, che quest’anno compie i suoi primi 80 anni. Una cifra tonda che si interseca con altre due, sempre collegate al club che dal 1945 si occupa di sottofondi carsici, montani e cittadini: i 50 anni dalla prima esplorazione del monte Canin e i 30 dall’affidamento della gestione della Kleine Berlin, ovvero il complesso di gallerie della Seconda guerra mondiale che si snoda partendo da via Fabio Severo.

E proprio qui, ieri, dopo l’introduzione del giornalista Pietro Spirito, il presidente del club Franco Gherlizza, assieme al segretario Franco Riosa, al suo vice Sergio Dolce e al responsabile della sezione “Kleine Berlin”, Lucio Mircovich, ha annunciato le iniziative legate a queste tre importanti ricorrenze.

«Vogliamo coinvolgere tutta la città nei festeggiamenti di un club che – spiega Gherlizza – è nato in una particolare congiuntura storica per Trieste. Nel corso degli anni il Cat ha sempre svolto la sua attività esplorativa e di carattere scientifico senza mai perdere di vista l’attenzione verso altre istanze, quali la tutela ambientale e l’attività didattica rivolta alle scuole».

Speleologi del Cat nel 1973 Foto Andrea Lasorte
Speleologi del Cat nel 1973 Foto Andrea Lasorte

Il Club alpinistico triestino nasce infatti nel maggio del 1945 per volontà del Partito comunista giuliano, con l’intento di avvicinare alla passione per la montagna quanti non avevano potuto iscriversi al Club alpino italiano durante gli anni del regime.

La prima tappa delle celebrazioni è in programma già questo giovedì alle 21, nella sede societaria di via Abrio, con un approfondimento dedicato alla spedizione speleologica fatta dal Cat a Sao Tomé. Seguiranno tra febbraio e marzo altri focus legati alle spedizioni in Vietnam, Bolivia, Grecia e Iran svolte dal 1991 a oggi.

Le iniziative proseguiranno fino al prossimo dicembre con una serie di incontri dedicati ai trent’anni di gestione delle gallerie antiaeree di via Fabio Severo e con la presentazione di un libro che ripercorrerà la storia del Cat in quanto, come ha ricordato Spirito, «è ampia e particolareggiata la loro attività pubblicistica, sempre rivolta all’illustrazione delle particolarità del territorio».

Seguiranno, infine, una mostra speleo-didattica e una serie di iniziative scientifico-esplorative dedicate soprattutto alle acque carsiche. «Per quanto riguarda la didattica – ha specificato il professor Dolce – solo quest’anno abbiamo organizzato oltre 30 uscite, 14 conferenze e 73 iniziative scientifiche».

Il trentennale della gestione da parte del Cat della Kleine Berlin, infine, coincide con il picco di numeri riguardanti visite e approfondimenti legati alle ex gallerie antiaeree. «Nell’arco del 2024 abbiamo effettuato ben 464 escursioni – ha ricordato Mircovich – individuato 22 nuove cavità e allestito 11 corsi».

Sono stati 4.500 gli studenti (non solo triestini) che nell’anno da poco concluso hanno visitato le gallerie in gestione al Cat e altri 2000 i turisti, cifre che spiegano come ormai la Kleine Berlin rappresenti una vera e propria attrazione turistica per la città. «Ma per aumentare l’accoglienza e ottimizzare il numero delle visite – conclude Mircovich – servirebbero investimenti pubblici, come fatto a Monfalcone con la galleria-rifugio, perché bisogna ricordare che noi operiamo su base volontaria». —

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