Ci sono voluti 3 anni e 8 mesi per poter piantare tre ulivi

GRADO Tre alberi d’ulivo quasi centenari da martedì sono a dimora in campo Patriarca Elia. Ci sono voluti ben tre anni e 8 mesi per poter disporre di una grande area nuovamente arricchita con degli alberi. Tra il 2014 e il 2015 la pavimentazione in porfido della piazza era diventata in più parti gibbosa per via delle radici dei pini preesistenti tanto da causare più di qualche caduta di persone che avevano dovuto ricorrere anche all’ambulanza. Era allora stato accertato che qualsiasi ipotesi prospettata non sarebbe stata sufficiente a garantire la stabilità delle piante, tanto che furono abbattute. Da allora c’è stata una vera e propria battaglia a suon di richieste, risposte negative, solleciti e quant’altro tra Comune e Soprintendenza. E intanto i costi sono lievitati da far paura.
Torniamo indietro nel tempo: il 26 gennaio del 2015 viene deciso il taglio dei pini che saranno sostituiti dagli ulivi. Una scelta dettata dal fatto che nella piazza di ulivi ve ne sono già un paio e davvero da lunghi anni. A metà aprile arriva, però, il niet dell’allora soprintendente Picchione che dice che gli ulivi non sono storici e non si possono mettere. Ma non vengono indicate delle alternative.

Arriviamo ai primi di dicembre del 2016 quando dopo vani solleciti, il Comune decide di proporre tre opzioni corredate da rendering, ulivi, ippocastani o cipressi. Un anno dopo arriva finalmente l’ok della Soprintendenza per gli ulivi ma solo all’interno di due aiuole, dunque in numero limitato. Nel marzo di quest’anno, mentre si scavano le aiuole, vengono trovati resti antichi dei quali si sapeva già dell’esistenza: tutto bloccato nuovamente dalla Soprintendenza che obbliga il Comune (ovviamente a spese di quest’ultimo) alle ricerche e analisi archeologiche.
A luglio tutto finalmente finisce: i resti rimangono dove erano, vengono coperti con telo e ricoperti con la terra che da ieri accoglie gli ulivi che dopo una iniziale vana ricerca (si cercavano ovviamente di una certa dimensione e forma) sono stati forniti dai Vivai Garden di Stanislao Barbazza di Cordovado di Pordenone.
Gli ulivi messi a dimora sono tre esemplari di grandi dimensioni, con struttura tipica a “vaso toscano”, ovvero con il fusto che si dirama in 3– 4 branche che si aprono a formare la tipica struttura della chioma a vaso. Le piante, precisa il responsabile comunale del settore parchi e giardini, Emiliano Facchinetti, hanno un’età stimata tra i 70 e i 100 anni. Dunque, ci sono voluti tre anni e 8 mesi. Incredibile.

L’assessore Fabio Fabris con un sospiro di sollievo ha detto semplicemente: «Finalmente».
Campo Patriarca Elia, la piazza che confina con la patriarcale basilica di Sant’Eufemia potrà, dunque, tornare ad essere fotografata dai turisti nuovamente con degli alberi. Certo non sono gli stessi di un tempo e nemmeno sono posti longitudinalmente a formare il viale di allora. E sono anche di meno. Tuttavia oggi la piazza si presenta con un aspetto un po’ diverso, maggiormente rifinito lasciando sempre spazio per gli allestimenti degli appuntamenti di intrattenimento che si tengono ogni anno. –
Riproduzione riservata © Il Piccolo