Chiude lo storico negozio di strumenti Pascucci

Giù le serrande il 31 dicembre alla soglia del secolo di attività. «Oggi è impossibile competere con le vendite online»
Lasorte Trieste 20/12/18 - Via Madonnina, Negozio Musicali Pascucci
Lasorte Trieste 20/12/18 - Via Madonnina, Negozio Musicali Pascucci

TRIESTE Quasi 100 anni di attività, una lunga tradizione di famiglia e, alla fine, un altro pezzo di storia del commercio triestino che chiude.

Il 31 dicembre il negozio di strumenti Pascucci, di via Madonnina, saluterà per sempre i suoi clienti. «Era stato il bisnonno Ottaviano Pascucci ad aprirlo negli anni ’20 – raccontano Laura del Ben e Gianpiero Serpi – soprattutto come laboratorio di fiati. Poi è stato il turno del figlio Ercole, insieme a un altro socio. La tradizione di famiglia è proseguita con Beatrice e Furio prima del nostro arrivo. Nel 2023 il negozio avrebbe compiuto 100 anni, ma abbiamo deciso di non continuare». Una scelta presa con difficoltà, vista la passione con cui entrambi affrontano il lavoro, ma inevitabile alla luce dei pochi affari.

«Le persone ormai comprano sempre più sul web e non riusciamo a competere con l’online», spiegano: «Resistere è impossibile anche per gli elevati costi che qualsiasi imprenditore in Italia si trova ad affrontare. Dispiace perché stiamo assistendo, anche a Trieste, a una desertificazione del commercio». E la stessa via Madonnina è specchio di questa crisi. «Un tempo era una strada importante, che collegava il centro con il popoloso rione di San Giacomo, lentamente ha perso il suo appeal». I ricordi dei momenti d’oro comunque non mancano.

«In famiglia si racconta come gli anni ’70 e ’80 siano stati i migliori con un afflusso di persone che arrivavano dall’ex Yugoslavia e anche da più lontano. In tempi più recenti una grande soddisfazione è arrivata dalla collaborazione con Serestate. Ma qui sono passati anche musicisti conosciuti, come Pilat e Lupi, ed è stata anche comprata una chitarra per Enzo Iacchetti». Gli strumenti musicali Pascucci sono stati richiesti anche all’estero. «Abbiamo spedito una fisarmonica a Pyongyang – ricordano – e poi, tra le storie più belle, un ragazzo dalla Svizzera ci ha ordinato una diatonica per il nonno, esule, che viveva a New York, come sorpresa di compleanno». Ancora pochi giorni per acquistare gli strumenti rimasti, dunque, soprattutto gli accessori. Tra le chicche anche una chitarra che Gianpiero ha costruito con le sue mani da una scatola di vini. Chiuso tutto il 31, la coppia deciderà cosa fare in futuro.

«C’è un’idea – spiegano – ed è quella di restare nell’ambito musicale, perché buttare via anni di professionalità dispiace. Vorremmo dedicarci all’assistenza e alla manutenzione degli strumenti, sicuramente cercando una zona della città più vivace». —


 

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