“Cevapcici ala buzara”: i datteri dell’Istria motore del giro illegale

L’ultimo denunciato è un 57 enne che li raccoglieva vicino  a Cittanova. Il traffico è diretto verso locali sloveni e italiani
Datteri di mare
Datteri di mare

Umago. Pur essendo fuorilegge dal 1995, raccolta e commercializzazione di datteri di mare non sembrano conoscere sosta. I ristoratori li acquistano dai fornitori a un prezzo che va dai 33 ai 47 euro al chilo, per poi metterli in tavola a 106 euro, secondo quanto riporta la stampa croata. Stando a varie segnalazioni, il fenomeno sarebbe dilagante lungo tutta la costa della Croazia, benché in calo rispetto a qualche anno fa. Certo, ogni tanto qualcuno viene sanzionato, ma sembra che il gioco valga la candela.

Nella zona costiera di Mareda, nei pressi di Cittanova, gli agenti accorsi su segnalazione anonima hanno di recente sorpreso un uomo di 57 intento a raccogliere i frutti di mare proibiti. Munito di tutti gli strumenti necessari, è stato preso con le mani nel sacco in maniera inequivocabile: stava uscendo dall’acqua con 178 datteri (poco meno di 6 chilogrammi) nella retina.

È stato immediatamente denunciato per devastazione del patrimonio naturale sotto protezione (oltre ai danni irreparabili per l’ambiente marino, si pensi che la riproduzione di un dattero richiede come minimo vent’anni). Prenderà una multa compresa tra 666 e 2.000 euro. Come riferito dalla Questura istriana, maschera da sub, martello e tenaglie gli sono stati sequestrati, mentre i datteri sono stati ributtati in mare.

Più in generale i datteri finiscono soprattutto nelle cucine di ristoranti sloveni e italiani, verso i quali di solito vengono contrabbandati a bordo di veicoli. Vengono riposti in sacchetti di nylon e nascosti in varie parti dell’automobile: in un apposito doppiofondo, dietro i pannelli interni delle portiere o addirittura nel serbatoio del carburante, adeguatamente preparato. A volte la polizia confinaria ferma i contrabbandieri ma il rischio è appunto messo in conto.

In molti dei locali che li servono, la parola d’ordine è «cioccolatini»: il cameriere capisce al volo; in Italia simili locali hanno il loro giro di clienti e si guardano bene dal servirli agli sconosciuti. In Croazia la parola d’ordine è invece «cevapcici alla buzara». E qualche ristoratore particolarmente creativo, per farla franca in caso di controlli, mette la polpa del dattero nelle valve vuote di molluschi legali. La multa minima, per i locali sorpresi con i datteri nel piatto, è infatti di 4.100 euro. In tempi di coronavirus rimane da capire quali siano i canali del commercio clandestino verso la Slovenia e verso l’Italia. Ma evidentemente in Istria l’arte di arrangiarsi rimane sempre di grande attualità. —


 

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