Caso d'Agostino, gli operatori portuali di Trieste, increduli, invocano il dietrofront

Francesco Parisi parla di attacco gravissimo all’economia della città. Samer e Pacorini sollecitano subito un cambio di rotta. Borruso: «Paradosso assurdo»
Lasorte Trieste 15/12/16 - MSC Paloma, Porto, Molo VII,
Lasorte Trieste 15/12/16 - MSC Paloma, Porto, Molo VII,

TRIESTE Le conseguenze negative dello stallo legato alla sentenza Anac, che ha destituito Zeno D’Agostino dalla carica di presidente dell’Autorità portuale, si soni fatte immediatamente sentire: lo scalo, a seguito dello sciopero dei “camalli” è rimasto fermo per più di un giorno. Ecco perché gli operatori portuali, come Enrico Samer, presidente e a.d. della Samer & Co. Shipping, chiedono che la situazione venga risolta velocemente. E non nascondono la delusione verso un provvedimento che porterebbe indietro la città di anni, dopo investimenti importanti che hanno coinvolto non solo lo scalo ma la città intera. «Siamo rimasti perplessi da questo tipo di decisione – osserva il terminalista -, per l’iter in sè e per la decisione di sospensione della carica da presidente di Zeno D’Agostino. Auspichiamo, visto che quest’ultimo ha fatto un ottimo lavoro, che la situazione possa venire sanata al più presto, perché c’è necessità di continuare quei progetti importanti che l’Autorità portuale con D'Agostino ha in grembo. Sarebbe assurdo che tutto svanisse per un provvedimento di questo tipo».

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Usa parole ben più forti invece Francesco Parisi, presidente e ad dell’omonima casa di spedizione. «Non ho letto il provvedimento, ero fuori Trieste. Tuttavia posso dire che la sentenza potrà anche essere corretta da un punto di vista giuridico - afferma -, ma non si riesce a capire come un organismo come l’Anac si sia occupato di questa tematica: trasmette una sensazione di offesa alla città e a un comparto economico che aveva sperato di ripartire. Si tratta di un colpo gravissimo». E continua: «È una cosa sconcertante, a livello locale, per noi imprenditori, che abbiamo creduto e crediamo in questa linea e abbiamo investito per questo. Si cancellano quattro anni di attività, che hanno rappresentato una speranza di ripresa di un ruolo del porto di Trieste. Così è assolutamente impossibile che qualcuno venga a investire dall’estero. È un grave colpo per quelle che potevano essere le speranze di un rafforzato interesse internazionale sul porto di Trieste. È qualcosa ancora difficile da capire, ma credo significhi dare un indirizzo ben preciso di declino definitivo dell’attività portuale per la nostra città».

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Si accoda a una richiesta rapida di risoluzione anche Roberto Pacorini, presidente dell’omonima spa. «Spero il problema si risolva presto. Non entro in merito degli aspetti tecnici e legali - evidenzia -, ma posso dire che D’Agostino è una persona di valore: è importante per il futuro, è il presidente che non possiamo perderci».



«Siamo sbalorditi da una situazione davvero paradossale e assurda»,- commenta infine Giacomo Borruso, presidente dell’Interporto di Trieste. Ente, spiega Borruso stesso, che come altre realtà cittadine «ha beneficiato del rilancio generale di questi ultimi quattro anni». « Non mi rendo conto come in questo Paese possano succedere cose di questo tipo – osserva -: è un atto incomprensibile. Non si possono azzerare così quattro anni, è un’assurdità. Ora bisogna unirsi e cercare di superare questa problematica. Siamo in un momento in cui abbiamo già tante difficoltà: aggiungerne altre è illogico. Questo è lo spirito con cui viviamo io e i miei collaboratori tale vicenda. Bisogna sbrigarsi, perché stare per settimane in una situazione di incertezza di questo tipo non è ammissibile. Spero le autorità competenti si rendano conto che bisogna operare rapidamente per sanare un vulnus notevole. Faccio inoltre gli auguri più affettuosi a Mario Sommariva per questo incarico, che immagino mai avrebbe voluto avere». —


 

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