Cartelli bilingui in sloveno e “dialetto”

Nelle tabelle di San Dorligo della Valle manca la dicitura in italiano. Il Municipio: «Quello è territorio istriano»
Di Riccardo Tosques

SAN DORLIGO. A San Dorligo della Valle sono arrivati i nuovi cartelli bilingui. Ma l'italiano non c'è. Nelle tabelle due diciture: in lingua slovena e nel dialetto sloveno della frazione di Dolina. I cartelli dei toponimi, posti nel comune censuario di San Dorligo, che comprende dunque Dolina, Francovez e Aquilinia, sono stati installati grazie ad un contributo pubblico, in base agli articoli 9 e 15 della Legge 482/1999 (“Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche), sulla base di un finanziamento erogato dalla Regione di 15mila euro. Il progetto definitivo-esecutivo è stato redatto dall’ing. Ilario Tul ed è stato approvato dalla Giunta comunale retta dal sindaco Fulvia Premolin (Ssk) il 10 ottobre 2013. Appena comparsi in questi giorni le tabelle hanno destato un certo stupore. Non certo per l'utilizzo della lingua slovena (messa nella seconda riga), quanto per la scelta di adoperare la forma dialettale in uso a Dolina, con una grafia ai più sconosciuta e senza specificare (né in italiano né in sloveno) la natura di questa “lingua”.

«Da colloqui avuti con gli uffici comunali, risulterebbe che non sia stato fatto riferimento ad alcun documento formale di analisi storiografica, bensì a un mero elenco di cinque facciate redatto, sembra, dal prof. Boris Pangerc», racconta il consigliere comunale uscente e candidato sindaco della lista civica Territorio Ambiente Roberto Drozina. Eppure, evidenzia l'esponente politico, «nel 1994, con tanto di delibere di giunta, vennero redatti dall’architetto Jogan Igor, in collaborazione con Andrea Dell’Agnese e Paolo Merkù, degli elaborati relativi all'avvio del Sistema informativo territoriali». La ricerca storica dei toponimi è stata fatta e risulta da un elaborato di 70 pagine, con un’ampia bibliografia ed un elenco finale di “informatori” locali. Lavoro finanziato pubblicamente dal Comune per oltre 20 milioni delle vecchie lire che però pare non essere stato preso in considerazione. Drozina ha criticato poi l'impostazione delle tabelle: «Manca una scritta in italiano ma anche in sloveno che indichi la presenza della forma dialettale che, in molti casi, contiene caratteri grafici sicuramente sconosciuti alla componente italiana del Comune e forse anche a molti sloveni».

Pronta la replica dell’amministrazione comunale di San Dorligo: «Lo scopo del progetto è riscoprire e rivalutare gli antichi nomi tradizionali, di cui il ricordo e uso è in alcuni casi ancora vivo, mentre in altri risulta dimenticato». «Il nome del rione - precisa la nota - è stato riportato nella forma dialettale originaria, propria di Dolina, che ad alcuni potrebbe risultare quasi illeggibile. Il dialetto di Dolina fa parte della cosiddetta parlata del Risano, uno dei dialetti appartenenti all’Istria settentrionale». Il Comune riconosce che alcuni di questi suoni dialettali non possono venire correttamente rappresentati dalla trascrizione fonetica in uso nella lingua slovena e/o italiana, motivo per il quale «si è fatto ricorso, su consiglio sia di un esperto in lettere di Dolina, sia su consiglio della professoressa Jožica Škofic dell’Università di Lubiana, considerata come la maggiore esperta di dialettologia in Savonia, dell’alfabeto fonetico internazionale». «L’obiettivo dell’amministrazione comunale - conclude la nota - è comunque di implementare il progetto avviato, accompagnando le denominazioni storiche con delle pubblicazioni che spieghino in dettaglio la storia dei rioni di Dolina. La maggior parte del territorio del Comune di San Dorligo non è territorio carsico, bensì istriano».

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