Carne sospetta, maxiconfisca in Dalmazia
ZAGABRIA. Più di quattro tonnellate e mezza di carne sono state sequestrate sulla costa dalmata dal ministero dell'Agricoltura croato, in quanto non idonee al consumo. L'insolita retata d'ispezione veterinaria si è svolta giovedì in quattro regioni della costa croata - nei pressi di Ragusa, Spalato, Sebenico e Zara - portando alla chiusura di due macellerie e al ritiro di una quantità record di merce dal mercato.
Secondo quanto riportato dalla stampa locale, 52 capi di bestiame tra cui due bovini, 18 agnelli, 11 capre e 21 maiali sono stati sequestrati, poiché non identificati o senza la documentazione sanitaria necessaria. Cinque denunce penali sono inoltre state emesse nei confronti di altrettanti commercianti di carne per dubbi «su una possibile infrazione delle regole contemplate dal quadro legislativo sul commercio di prodotti di origine animale», riporta il quotidiano croato Jutarnji List.
«Durante i controlli abbiamo trovato animali di origine incerta, dall'identità o età non verificabile o senza i certificati richiesti di origine e sanità», hanno detto alla stampa gli ispettori governativi. Secondo il viceministro dell'Agricoltura Tomislav Kis, intervistato dalla tv pubblica Hrt, il problema principale - che l'operazione di verifica si proponeva di controbattere - è la diffusione della carne di origine sconosciuta.
«Se non disponiamo di informazioni sulla provenienza della carne, non possiamo sapere se ci siano pericoli di malattie infettive. È questa la ragione per cui dobbiamo gestire la carne in completa sicurezza», ha dichiarato il viceministro. «Abbiamo circa 140 mattatoi e 1.800 macellerie sotto sorveglianza e il sistema funziona correttamente», ha aggiunto Kis, precisando che il lavoro di monitoraggio è iniziato a maggio e spetterà ora ai tribunali concludere adeguatamente il processo; e concludendo con l’invitare comunque i telespettatori a «comprare carne croata».
L'operazione di controllo, denominata "Confine meridionale 2016", è stata condotta congiuntamente tra l'8 e il 13 agosto dai funzionari dei ministeri dell'Agricoltura e delle Finanze, delle dogane e dei servizi per l'unità mobile. Dei controlli sono stati effettuati in cinque impianti di macellazione, in sette macellerie, in un sito in cui si svolge una fiera del bestiame e presso sei trasportatori e commercianti di carne.
Distrutte le oltre quattro tonnellate di carne sospetta e considerata pericolosa per la salute dell'uomo. Dal punto di vista sanitario, non erano ad esempio state effettuate le analisi per trichinellosi, un parassita in grado di infettare mammiferi, uccelli e rettili e la cui trasmissione all'uomo avviene esclusivamente per via alimentare, attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta contenente le larve del parassita.
«La carne sul mercato è assolutamente sicura per il consumo dell'uomo, ma è importante che si rispetti il sistema di controllo», ha dichiarato ancora Kis, con l'intento di rassicurare i consumatori dopo l'importante retata sulla costa dalmata.
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