Carceri: Coroneo, sciopero della fame dei detenuti
Protesta per il sovraffollamento: hanno battuto le pentole contro le sbarre. Scattato l’allarme
TRIESTE. Ore 11.30: il carrello della “sbobba” comincia ad essere spinto lungo i corridoi del Coroneo. Ma lo fa a vuoto. Perché anche ieri spacciatori, truffatori, ladri e cittadini in attesa di giudizio hanno deposto le forchette e i cucchiai. E scodelle - da una settimana tutti i giorni - restano mezzogiorno e sera in mano all’agente di custodia incaricato della distribuzione dei cibo. Il motivo è lo sciopero “a singhiozzo” che ha riguardato anche il Coroneo.
Sono quasi tutti (più di 200) i detenuti che hanno aderito all’onda lunga della protesta che è cominciata ad aprile a Regina Coeli e si è estesa in tutta Italia. Il motivo è la drammatica situazione delle carceri sovraffollate. Guidata da Marco Pannella, che ha iniziato lo sciopero della fame il 20 aprile, la protesta si è estesa in moltissime carceri. Oltre allo storico esponente dei Radicali, aderiscono la deputata Rita Bernardini e Irene Testa, segretaria dell’associazione “Il detenuto ignoto”.
L’obiettivo è quello dell’amnistia o dell’indulto. E anche per questo motivo domenica, attorno all’ora della distribuzione del vitto, molti detenuti del Coroneo hanno battuto pentole e posate contro le sbarre. Il rumore è andato avanti per oltre un’ora. E molti dalla strada si sono fermati a guardare cosa stava succedendo. Sono arrivate le pattuglie della polizia e dei carabinieri che hanno stazionato per alcune ore. Spiega il direttore Enrico Sbriglia: «Alcune detenute hanno consegnato un documento in cui vengono spiegate le ragioni di rifiuto di assumere il vitto indicando la loro decisione come una civile protesta verso le condizioni del carcere». Ma - nella lettera che è stata trasmessa al ministero - le recluse hanno anche rilevato le evidenti condizioni di difficoltà in cui il personale è costretto ad operare. All’iniziativa aderisce anche l’Unione delle Camere Penali Italiane, con uno sciopero.
Le motivazioni: la «drammatica situazione delle carceri italiane», il sovraffollamento «cresce senza che ancora alcun serio provvedimento venga avviato per fronteggiare quella che non è più una emergenza ma una cronica condizione». E «come conseguenza del sovraffollamento», si fa notare, «cresce anche il numero dei suicidi, segnale drammatico delle condizioni di disagio fisico e psichico in cui vivono i detenuti».
L’ultimo episodio che rappresenta una situazione esplosiva al Coroneo risale a qualche mese fa quando un detenuto è finito all’ospedale per intossicazione da farmaci. L’uomo aveva improvvisamente perso i sensi all’interno della cella. Era stato subito soccorso dagli agenti che hanno cercato di rianimarlo. Poi era arrivata un’ambulanza del 118. Qualche giorno prima c’era stata una doppia rissa sedata prontamente in cui erano stati coinvolti quattro detenuti: due nigeriani, un serbo e un rumeno. Nella zuffa hanno utilizzato la parte bassa delle caffettiere di alluminio, usate come “armi”. Due i detenuti rimasti feriti. Erano stati soccorsi dai sanitari del 118 ai quali si erano rivolti gli agenti della penitenziaria quando hanno visto i due carcerati riversi sul pavimento e sanguinanti.
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