Calano le api, allarme ciliegi sul Carso

Gli esperti sloveni denunciano la riduzione degli alberi da frutto. Il problema sarà al centro dell’assemblea di lunedì

DUINO AURISINA È “allarme api” sul Carso. A lanciarlo è Daniel Novak, presidente del Circolo apicoltori sloveni di Trieste. «Stiamo assistendo – spiega – a un netto calo della presenza numerica delle api sul nostro territorio, a causa del progressivo inquinamento dell’atmosfera e dell’ambiente. Tutto questo provoca pesanti conseguenze sulla crescita degli alberi da frutto, in particolare dei ciliegi – aggiunge – perché la riduzione della quantità di api provoca, in proporzione, una diminuzione del fenomeno dell’impollinazione, fondamentale per la conservazione degli attuali livelli di crescita».

Tutti sanno che le api producono il miele e la cera. Meno noto invece è che le api, attraverso l’impollinazione cosiddetta incrociata, concorrono alla formazione dei semi e dei frutti delle piante. Non a caso, le api sono definite “le ali dell’agricoltura” e ci sono molti studi che dimostrano il decisivo ruolo delle api e di tutti gli insetti pronubi nell’impollinazione delle piante coltivate dall’uomo. In Italia si calcola che annualmente l’apporto economico di tale attività al comparto agricolo sia di circa 1.600 milioni di euro, con un contributo da parte di ogni singolo alveare di circa 1.240 euro.

Ecco perché tutti gli iscritti al Circolo, all’incirca un’ottantina di apicoltori, per lo più piccole imprese individuali, sono preoccupati. «Se il fenomeno della diminuzione della presenza di api dovesse accentuarsi – riprende Novak – si interromperebbe il ciclo naturale dell’impollinazione, con danni per l’intero comparto». «Ritengo che la preoccupazione dovrebbe riguardare tutti gli agricoltori del nostro territorio e non solo gli apicoltori – afferma Maurizio Rozza, consigliere comunale a Duino Aurisina e riconosciuto esperto in materia – perché per motivi professionali sono costantemente in giro sull’altipiano e sto riscontrando il netto calo della presenza di impollinatori. Un fattore di cui bisognerebbe tener conto – continua Rozza – è il massiccio uso di glyphosate, un diserbante utilizzato ai margini delle strade e delle autostrade. Evidentemente la presenza di questo erbicida totale sta modificando equilibri molto importanti».

Il naturalista Fabio Perco ricorda che «esistono anche altri impollinatori non domestici, ma di certo il problema esiste».

Lunedì prossimo è in programma l’assemblea annuale degli apicoltori sloveni e con ogni probabilità ci sarà l’occasione per affrontare il tema. «A livello internazionale – spiega Novak – gli apicoltori di tutto il mondo hanno chiesto all’Onu di scegliere, come Giornata mondiale delle api, il 20 maggio, data di nascita di Anton Jansa, uno dei precursori dell'apicoltura razionale. Se la richiesta – conclude il presidente degli apicoltori sloveni - sarà accolta, forse si potrà finalmente affrontare meglio l’argomento e le problematiche connesse alla crisi del nostro settore».

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