Calano i tempi d’attesa in Pronto soccorso di Trieste
TRIESTE. Non c'è riforma sanitaria che tenga. Il Pronto soccorso di Cattinara, per i triestini, si conferma ancora l’approdo privilegiato, per quanto in molti casi inappropriato. Gli accessi, infatti, continuano ad aumentare. Tra il primo trimestre del 2015 e lo stesso periodo del 2016 i cittadini che si sono rivolti all'astanteria dell'ospedale sono passati da 16.394 a 18.002. Un +10% che fa schizzare la proiezione su base annua, stando alle stime, da 70 mila a 77 mila pazienti da seguire. Oltre il 30% di questo sono over 75. Anziani che, altrimenti, non saprebbero dove e a chi rivolgersi. I dati sono stati diramati ieri in conferenza stampa dal direttore del reparto Walter Zalukar alla presenza del commissario straordinario dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Triestina Nicola Delli Quadri e dell'assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca.
Uno scenario che pone seri interrogativi sul funzionamento della sanità territoriale, a iniziare dai Distretti. Perché la gente non si reca lì? È il nodo centrale della riforma Serracchiani che su questo versante, evidentemente, ha ancora strada da fare. «È uno dei temi portanti dalla legge e adesso ci stiamo lavorando sul piano operativo - ha osservato Telesca -. Stiamo rafforzando la parte ambulatoriale e, insieme ai medici di base, puntiamo a intercettare prima chi ha bisogno di assistenza». Proprio per evitare l'assalto al Pronto soccorso di Cattinara.
È dall'inizio del 2015, come è stato ripercorso ieri, che la Regione ha deciso di metter mano al reparto, fino a poco tempo fa un vero e proprio girone infernale. I disagi e le lunghe ore ad attendere il proprio turno, chi a letto e chi su una sedia, sono state documentate svariate volte. Ma qualcosa, a quanto pare, sta iniziando a cambiare. In un confronto tra il primo trimestre 2015 e il primo trimestre 2016 emerge un generale miglioramento: l'attesa media per chi è in codice “verde” è scesa di 20 minuti (da 119 a 99 minuti); per i “gialli” di 11 (da 31 a 20 minuti). Si sta in sala, dunque, circa un quarto d'ora in meno complessivamente. I “bianchi”, vale a dire i pazienti che hanno problemi assolutamente marginali e che quindi scivolano in fondo alle liste di priorità, sono invece peggiorati di 11 minuti. L'incidenza dei ricoveri sul numero di accessi è però diminuita, passando dal 23 al 21%.
In uno studio sulla valutazione del reparto, condotto su 500 questionari consegnati ai pazienti tra ottobre e novembre 2015, i cittadini si dividono tra chi ritiene i temi di attesa né brevi né lunghi, o comunque sopportabili (53%) e chi, invece, "lunghi o molto lunghi" (47%). Il focus su una quarantina di casi, infine, conferma un giudizio “molto buono” o “buono” sull'intero servizio ricevuto.
Sono vari gli interventi attuati dal management di Cattinara per fare del Pronto soccorso un posto, per quanto possibile, più accogliente e organizzato. Delli Quadri ha creato innanzitutto la nuova figura degli “assistenti di sala”: infermieri che forniscono informazioni sulle visite o tempistiche e che si mettono a disposizione per portare una coperta, da bere o semplicemente per far sentire all'ammalato vicinanza e gentilezza. A ciò si sono affiancate anche altre misure organizzative: le visite specialistiche "immediate", che consentono di saltare il primo controllo medico e beneficiare di esami più mirati, la guardia ortopedica notturna, l'ambulanza per i pazienti dimissionati. Ma anche un medico e un infermiere in più.
La Medicina d'urgenza, inoltre, può disporre ora di 7 letti aggiuntivi. «Sono cose che chiedevamo da anni», osserva Zalukar. «I Pronto soccorso hanno sempre rappresentato una certa criticità -, ha rilevato Telesca . Ma abbiamo la dimostrazione che è possibile migliorare e lo stiamo facendo, è chiaro che ci vogliono investimenti e risorse. Comunque la riduzione dei ricoveri è un dato importante, mentre l'aumento degli accessi - ha ribadito - ci spinge a rafforzare la medicina territoriale. Ma i dati sul Pronto soccorso di Cattinara ci danno ragione: i risultati, grazie a interventi strutturati e così ben organizzati, sono positivi. Sarà importante estenderli anche ad altre strutture».
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