Bufera sul manifesto choc di Confesercenti Fvg

Maxiragnatela sul quadro “Origine del mondo” per aumentare gli iscritti. Realtà femminili in rivolta
La foto choc della campagna di Confesercenti
La foto choc della campagna di Confesercenti

TRIESTE. «È un’installazione artistica ambulante, in realtà dovrebbero pagarci». Così il presidente di Confesercenti Fvg Mario Martini, presenta il manifesto della nuova campagna tesseramenti della sua associazione, affisso sulla grande parete di un camion pubblicitario. L'immagine riproduce un quadro piuttosto celebre, “Origine du monde” di Gustave Courbet che, per chi non lo conoscesse, ritrae due gambe aperte e una vagina. La versione del manifesto di Confesercenti, però, è una variazione sul tema: all'immagine originaria è stata aggiunta una ragnatela. Una “raffinata” metafora dei nostri tempi. A lato una serie di slogan spiega l'intento della campagna: «Torniamo alle origini, la felicità di fare impresa, la forza di costruire un futuro e di ricominciare a sognare... Togliamo la ragnatela... Campagna di sensibilizzazione contro il malcostume, il malgoverno e la burocrazia. Iscriviti alla Confesercenti». L'obiettivo è incrementare nel 2016 il numero degli iscritti, che nell'anno ancora in corso ammonta a circa 1700 in tutta la regione.

«L’idea del manifesto - spiega Martini, gioielliere di Pordenone - è sorta quando ho pensato a come trasmettere ai potenziali associati la nostra voglia di cambiare ed innovare l'essere associazione di categoria. Dovevo fare qualcosa di creativo per scuotere le imprese e riportare la fiducia nell'associazione. Ed è a quel punto che ho pensato che l'idea innovativa poteva venire solo da quei grandi innovatori del passato, quali Courbet, che era sia innovatore sia conservatore. Quale miglior modo per innovare se non ritornare alle origini».

Ma sulla foto choc si è sollevata un’autentica bufera. «Confesercenti deve chiedere scusa a tutte le donne - afferma la presidente della Commisione Pari opportunità Annamaria Poggioli -. E deve ritirare immediatamente, in tutte le sue forme, l'immagine oltraggiosa e volgare scelta per la campagna di tesseramento. Non escludiamo tra l’altro un ricorso all'autorità giudiziaria a tutela dell' immagine femminile». «Sulla stessa linea Franco Belci della Cgil. «Si tratta dell'ennesimo episodio di utilizzo del corpo delle donne quale strumento di marketing che non fa onore a chi ha assunto l'iniziativa. Confesercenti faccia sparire quei manifesti e ne metta altri più rispettosi delle donne e dell'arte». (g.tom.)

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