Bombacigno, sulla piazza da 75 anni

Figlia e nipote oggi al timone. Tra i souvenir della merceria, la prima bolletta per l'energia, del 1938
Di Ugo Salvini
Foto Bruni 09.08.13 Betti Bombacigno a sx, con la fedele Wanda
Foto Bruni 09.08.13 Betti Bombacigno a sx, con la fedele Wanda

In tempi di crisi, sentimenti e affetti sono più forti, rinvigoriscono in mezzo alle difficoltà. Per questo Betty Bombacigno, titolare del negozio di mercerie di via Mazzini, attribuisce particolare significato al 75.o anniversario, che si festeggia in questi giorni, dell'apertura dell'attività, avviata da suo padre Vito nell'estate del '38. «Oggi anche il commercio sta soffrendo perché tutti i settori produttivi sono costretti ad affrontare problemi di difficile soluzione - spiega la signora Betty - ma io e mio figlio Gianvito vogliamo continuare, anche per rispetto all'impegno che mio padre profuse nel cercare di dare sempre un buon servizio alla clientela».

Era l'agosto del 1938 quando Vito Bombacigno alzò per la prima volta la saracinesca di un piccolo negozio situato nella parte alta di via Mazzini, a pochi passi da piazza Goldoni. La superficie era ridotta, non più di una quarantina di metri quadrati. Una situazione ben diversa da quella attuale, che vede il negozio molto più ampio, frutto di ammodernamenti e ampliamenti. Da allora, sono trascorsi 75 anni e il signor Vito non c'è più. Ma la tradizione prosegue, nelle salde mani della figlia Betty e del nipote Gianvito. Tre generazioni a rappresentare una continuità imprenditoriale che non è frequente ritrovare.

«È una dinastia che continua - spiega Gianvito Bombacigno - e che intendiamo proseguire». «Ciò che vorrei sottolineare in questi giorni di ricordi - precisa la signora Betty - è che considero i dipendenti e i clienti facenti parte di una grande famiglia, perché è grazie a loro se possiamo tagliare questo traguardo, che per me è un nuovo punto di partenza. Non abbiamo intenzione di fermarci». Vicino alla cassa le testimonianze del tempo passato: in una cornice è esposta la prima bolletta per l'energia che Vito Bombacigno pagò, in quell'agosto del '38. Cento lire a favore dell'allora municipalizzata Acegat, l'azienda che non solo forniva l'acqua, la corrente e il gas ma gestiva anche i trasporti urbani. Perfettamente conservato, il documento è un piccolo cimelio. Accanto c'è una foto, anch'essa orgogliosamente esibita da Betty e Gianvito Bombacigno, datata 1969: ritrae Vito mentre riceve dalle mani dei dirigenti della Bassetti, nota casa di tessuti, un premio. Sotto il vetro è esposta anche la medaglia d'oro, oggetto della premiazione.

«Era un riconoscimento alla fedeltà - spiegano Betty e Gianvito - perché Vito fu un ottimo commerciante, responsabile nei confronti della clientela e dei fornitori. Era un personaggio estroverso, grande lavoratore, che si muoveva raramente dal banco. Operò fino quasi all'ultimo, poco prima di morire, nel 1982». Molto prima di quella data, nel 1957, Betty Bombacigno aveva aperto un altro negozio in via Battisti. Quando Vito venne a mancare, la signora Betty si trasferì in via Mazzini. «Ancora oggi - precisa Gianvito - vengono in negozio clienti che ricordano mio nonno, per essere state servite da lui decine di anni fa, magari in preparazione delle loro nozze». «Oppure - conclude - le nipoti e le figlie di clienti degli anni Trenta e Quaranta. E ogni volta è un'emozione».

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