Bomba anarchica contro Equitalia

Plico esplosivo rivendicato dalla Fai a Roma, ferito il direttore generale. Il presidente: clima di odio. La condanna di Monti
09/12/2011 Roma, agenzia Equitalia di via Millevoi, un pacco bomba esplode nella sede di Equitalia ferendo il direttore generale. Nella fotole forze dell'ordine
09/12/2011 Roma, agenzia Equitalia di via Millevoi, un pacco bomba esplode nella sede di Equitalia ferendo il direttore generale. Nella fotole forze dell'ordine

di Maria Rosa Tomasello

ROMA

Con il pacco bomba inviato al presidente della Deutsche Bank, Josef Ackermann, avevano annunciato tre attentati contro «banche, banchieri, zecche e sanguisughe». Ma se giovedì a Francoforte l’ordigno era stato scoperto e disinnescato, ieri a Roma l’esplosione ha ferito gravemente Marco Cuccagna, 50 anni, direttore generale di Equitalia: l’uomo-simbolo scelto come nuovo obiettivo dagli anarchici della Fai, che hanno rivendicato l’azione con un volantino inserito dentro il plico, analogo a quello della Deutsche.

Il pacco con timbro postale di Milano (città da cui era partito anche quello spedito a Francoforte) è stato recapitato nella sede legale di via Andrea Millevoi di Equitalia, la società pubblica di riscossione delle tasse, da mesi al centro di polemiche e proteste. L’esplosivo era stato collocato all’interno di una busta imbottita, indirizzata al direttore generale, che l’ha aperta alle 12.30: la deflagrazione ha investito Cuccagna con violenza, provocandogli gravi ferite a una mano, mentre i frammenti della scrivania di vetro andata in frantumi l’hanno raggiunto al volto, provocandogli lesioni. Condotto l’urgenza all’ospedale Sant’Eugenio, il manager è stato sottoposto in sequenza a due interventi, che hanno consentito di asportare i corpi estranei penetrati nel bulbo oculare e, quindi, di ricostruire tre dita della mano destra, oltre a una piccola parte del pollice. Cuccagna avrà salva la vista, mentre la funzionalità della mano sarà recuperata al 95 per cento.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso al manager la propria solidarietà, mentre il presidente del Consiglio, oltre alla «vicinanza umana» a Cuccagna, ha manifestato «stima e sostegno» al presidente Attilio Befera: «Equitalia ha sempre svolto e continua a svolgere esclusivamente il proprio dovere nel rispetto delle leggi» ha sottolineato il premier. «Siamo sotto choc, ma continueremo a lavorare ancora di più per il bene del Paese» ha detto Befera, parlando di una «campagna dissennata per contrastare le regole a cui deve attenersi Equitalia. Alcuni personaggi per motivi di audience o pseudo-politici hanno creato un clima di odio». La procura di Roma indaga con l’ipotesi di attentato con finalità di terrorismo, mentre gli investigatori di polizia scientifica e Digos sono al lavoro per stabilire natura e origine del pacco-bomba. Il timore è che si ripeta la famigerata «campagna di Natale», portata avanti dalla Fai a più riprese negli ultimi anni: nel 2010 furono colpite le ambasciate di Cile e Svizzera in Italia, con il ferimento di due addetti. Un terzo plico arrivato all’ambasciata greca fu intercettato. Nel 2003 l’operazione ebbe come obiettvo l’allora presidente della Commissione europea Romano Prodi: il 21 dicembre due ordigni esplosero nei cassonetti vicino alla sua casa di Bologna, poi, sette giorni più tardi, un pacco arrivò a casa: si sprigionò una fiammata, per fortuna senza conseguenze.

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