Belle arti, permesso non richiesto: «Giù il tendone dell’Eurocarnevale»

La Soprintendenza diffida Comune e organizzatori a smantellare il maxigazebo di piazza della Borsa
Di Piero Rauber
Foto Bruni 12.02.14 P.zza Borsa:si smonta il gazebo gigante
Foto Bruni 12.02.14 P.zza Borsa:si smonta il gazebo gigante

È carnevale? E allora? Per più di qualcuno non c’è niente da ridere. Non ride la soprintendente ai Beni architettonici e paesaggistici Giulia Maria Picchione, che ha spedito in Comune (informando al tempo stesso la Procura) una diffida a ordinare agli organizzatori del Carnevale europeo di buttare giù il tendone costruito in piazza della Borsa. Non ride Roberto Cosolini, destinatario in persona di quella diffida. E non ride Roberto De Gioia, il motore del Carnevale europeo, destinatario a sua volta dell’ordine di liberare la stessa piazza della Borsa al più presto: al più presto, per la cronaca, vuol dire che già oggi il tendone potrebbe non esserci più. E pazienza se quello doveva servire sabato sera, per dare un tetto alle bande in caso di maltempo dopo la sfilata pomeridiana (dalle 15 alle 17 da piazza Oberdan con salita per via Carducci e discesa per Corso Italia), con gran finale in piazza Unità.

«Stiamo studiando l’alternativa», mette le mani avanti il sindaco nella mattinata di ieri, facendo la danza della non pioggia proprio per sabato. «Abbiamo un’alternativa», si mostra più ottimista al pomeriggio De Gioia. Aspettare per credere. Il Salone degli incanti, gioiello delle “Belle arti”, potrebbe passare da Kounellis all’Eurocarnevale. Suspense a parte, resta un fatto: il tendone, roba da far invidia all’Oktoberfest, con i suoi 30 metri per 15, Picchione l’ha dichiarato fuorilegge. Fuori dai vincoli di tutela monumentale previsti sui centri storici dal Codice Urbani. La tensostruttura commissionata da De Gioia al re dei gazebo Rovinelli era stata autorizzata l’altro giorno, con i palchi di piazza Unità, con una delibera di giunta dal Comune, che di questo Carnevale europeo è co-organizzatore. Alla Soprintendenza, però, non è arrivata alcuna richiesta di permesso, richiesta che, seguendo pedissequamente la norma, sarebbe dovuta pervenire quattro mesi prima: in Municipio, e tra gli stessi organizzatori della manifestazione, si riteneva evidentemente che - dovendo sparire il tendone domenica prossima, cioè quattro giorni dopo - «così come succede in altri centri storici sotto tutela» la normativa, alla voce «manufatti temporanei», si sarebbe potuta interpretare in modo per così dire soft. Magari chiudendo un occhio.

Il problema è che un supergazebo così non passa inosservato, e l’attuale soprintendente è nota per il suo rigore nell’applicazione del Codice Urbani. Da qui la diffida partita martedì da Palazzo Economo a Palazzo Cheba, e inoltrata ieri a De Gioia. Ma non solo: Picchione, ricordando un analogo episodio dell’autunno, ha spedito una comunicazione anche alla Procura della Repubblica, chiedendole di fare, se lo ritiene, gli approfondimenti del caso.

«Non volevamo nuocere a nessuno, pensavamo di fare una cosa carina per la città», fa spallucce in serata lo stesso De Gioia, prima di prendere la strada di Palazzo Economo per chiedere udienza a Picchione a margine della commissione comunale finita in un minuto (si legga qui sotto, ndr). Sarà stata aria? No. Né aria né speranza, ammette in serata l’organizzatore dell’Eurocarnevale.

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