Banchina allungata, nuova intermodalità e fondali a -14,5 metri: il porto di Monfalcone ora decolla

In attesa delle concessioni l’Autorità di sistema vara il Piano operativo. Tra i progetti anche un park multipiano

Giulio Garau

MONFALCONE. Il porto di Monfalcone è in attesa solo del nuovo piano riorganizzativo delle concessioni, è questione di poco ormai per la definizione delle aree che saranno assegnate agli operatori portuali che a breve potranno definire le strategia di sviluppo.

Intanto l’Autorità di sistema del mare Adriatico orientale presieduta da Zeno D’Agostino ha predisposto, tra novembre e dicembre 2021 il nuovo Piano operativo triennale 2022-2024, un lavoro di quasi 300 pagine dove una ampia parte è riservata a Portorosega. Una sezione in cui si fa il punto sulla graduale integrazione amministrativa e organizzativa del porto di Monfalcone nell’Autorità di sistema che proprio nel 2020 ha segnato importanti avanzamenti.

Il tema più rilevante è quello dello sviluppo infrastrutturale dello scalo che vedrà due momenti, di breve-medio e di lungo periodo. Nel primo l’Autorità di sistema ritiene prioritari interventi «finalizzati all’ottimizzazione operativa dello scalo». In particolare si punta alla manutenzione programmata dell’infrastruttura ferroviaria interna e al suo adeguamento funzionale, ai lavori di manutenzione stradale collegati all’intermodalità. Poi al rifacimento dei piazzali, dell’illuminazione, l’acquisto di recinzioni per il potenziamento della security. Nell’elenco degli interventi pure la realizzazione di un nuovo piazzale di 105 mila metri quadri adiacente alle aree portuali esistenti di Portorosega per lo sviluppo standard “dual use” e dell’intermodalità. In programma anche l’elettrificazione della banchina (in termine tecnico cold ironing) per permettere alle navi di utilizzare l’energia del porto al posto dei motori di bordo quando sono ormeggiate.

Ultimo progetto, ma è “eventuale”, la realizzazione di un parcheggio multipiano dedicato al traffico Ro-Ro (auto soprattutto), ma bisognerà vedere come va il mercato delle autovetture messo in crisi ora dalla pandemia, dalla mancanza di materie prime e di microchip. Molto interessante invece è la parte della prospettiva di lungo periodo che è collegata all’approvazione del nuovo Piano regolatore del porto di Monfalcone con la Variante localizzata. Sui questo fronte gli attori sono molteplici, da un lato il Comune di Monfalcone, la Regione e l’Autorità di sistema. La variante localizzata, come spiega il Piano operativo triennale, è attualmente in fase di Valutazione ambientale strategica.

Nell’ambito dei progetti però la parte più rilevante riguarda la prima fase attuativa che prevede come è noto la rettifica e l’estensione della banchina di Portorosega con la chiusura della darsena, la rimozione del terrapieno esistente e il relativo banchinamento, il prolungamento della diga foranea, le scogliere di delimitazione del Teminal Multipurpose e della vasca di colmata, il consolidamento dei materiali dragati e sversati.

Punto nodale infine il dragaggio a una profondità media di –13 metri del canale di accesso al porto e del bacino interno. Prevista una seconda fase in cui saranno completati il Terminal multipurpose, l’area logistica integrata con i relativi banchinamenti e impianti e il nuovo scalo ferroviario. Anche il dragaggio porterà il fondale a –13, 5 metri a piede banchina e nella fase 3 infine si procederà a portare canale di accesso e area portuale a una profondità media da –13, 5 a –14, 5 metri. —

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