Authority regionale unica: Russo tenta un nuovo blitz

Dovrebbe riunire gli scali di Trieste, Monfalcone e San Giorgio di Nogaro con l’aeroporto di Ronchi e tutti gli interporti. Emendamento già in Commissione
Una veduta del Porto nuovo di Trieste
Una veduta del Porto nuovo di Trieste

Un’Authority logistica che fa capo alla Regione e che coinvolge oltre al porto di Trieste, gli scali di Monfalcone e di San Giorgio di Nogaro, l’aeroporto di Ronchi, gli interporti di Fernetti, di Cervignano e di Gorizia. Il progetto fino a venerdì sera sembrava ancora confinato a livelli ipotetico-filosofici tali da alimentare al massimo tavole rotonde come quella svoltasi al Museo ferroviario e invece la norma di legge che prevede una governance unica per tutte queste strutture, ha già incominciato il proprio iter parlamentare e dietro di essa, come già successo per Porto Vecchio, non può esserci che il senatore del Pd Francesco Russo.

Stavolta il grimaldello è costituito dalla legge che abolisce le province in Friuli Venezia Giulia e che a metà della settimana prossima verrà discussa in Commissione affari costituzionali del Senato e per entrare in vigore dovrà essere approvata in doppia lettura da entrambe le Camere. Russo ha già depositato l’emendamento con cui si chiede la modifica dell’articolo 4 della legge costituzionale numero 1 del 1963 (quella appunto che istituisce la Regione Friuli Venezia Giulia) e che semplicemente prevede di aggiungere al comma 1 ter solo le seguenti parole: “Ordinamento del porto di Trieste”. Spetterà poi alla Regione disciplinare la nuova Authority e stabilirvi la governance.

Le banchine del porto di Monfalcone
Le banchine del porto di Monfalcone

«Le rivoluzioni si fanno con poche parole - specifica il senatore triestino - Non sarebbe male comunque intersecare questo emendamento (che deve passare anche al vaglio, com’è prassi, della Commissione Bilancio) con quello che ho ripresentato e che consente alla Regione di istituire a Trieste la città metropolitana, facendo così transitare tutti questi distretti logistici nelle competenze del sindaco di Trieste». Operazione particolarmente ambiziosa dal momento che si tratterebbe di ampliare i poteri d’azione del primo cittadino del capoluogo fino a presidi presenti a Cervignano e a Gorizia. Il modello per Trieste comunque è chiaramente quello di Amburgo, città-porto.

«Non si faccia l’errore di considerare il passaggio del porto di Trieste dallo Stato alla Regione una diminutio - spiega Russo - al contrario per Trieste e tutto il Friuli Venezia Giulia sarebbe una formidabile opportunità di sviluppo economico. Il porto di Trieste infatti all’80% opera estero per estero ed è dunque poco “utile” a Roma e non può ottenere tutti i finanziamenti infrastrutturali di cui ha bisogno e che invece oggi gli vengono concessi con il contagocce. In questo modo al contrario un quarto, forse addirittura metà delle tasse portuali potrebbero rimanere a vantaggio delle infrastrutture dello scalo triestino: fossero anche solo 100 milioni di euro all’anno si tratterebbe di una linea di finanziamento oggi impensabile».

Serracchiani: «Un’unica Authority per i tre porti regionali»
Silvano Trieste 30/05/2013 Intervista pubblica di Paolo Possamai a Debora Serracchiani

A detta di Russo sarà questo il modo per dotare il porto di Trieste di uno status speciale in virtù della natura internazionale dello scalo triestino e per valorizzare al massimo, pubblicizzandole opportunamente, le sue aree franche. «È proprio quanto rivendicano gli indipendentisti e coloro che oggi in modo soltanto nostalgico si richiamano al trattato di pace - aggiunge Russo - per cui sono convinto che questa sarà una battaglia trasversale che potremo portare rapidamente a termine. Sono già d’accordo su questa linea il mio collega del Pd Lodovico Sonego e il senatore triestino Lorenzo Battista, ma un appello particolare lo faccio ai leghisti Roberto Calderoli e a Massimiliano Fedriga perché tengano fede al loro spirito federalista. Questo non è un blitz notturno, ma un’operazione diurna pianificata sulla quale cerco il massimo del consenso perché la ritengo ancora più importante della “liberazione” di Porto Vecchio». Restano una serie di interrogativi a incominciare dall’atteggiamento che terrà Debora Serracchiani, secondo i rumors non esattamente entusiasta di questa prospettiva, per continuare con la posizione del neoministro di Infrastrutture e trasporti Graziano Delrio che dal collega Lupi ha ereditato le pratiche istruttorie che dovrebbero portare alla nuova legge sui porti.

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