Austria, espropriata la casa natale di Hitler
UDINE. La maledizione di aver dato i natali ad Adolf Hitler: è il fardello che Braunau am Inn si porta addosso da oltre un secolo. Un fardello che, dopo la capitolazione del Reich e dopo che il mondo intero ha conosciuto le atrocità del nazismo, è diventato insopportabile. Il nome di Braunau, con grande dispetto dei suoi abitanti, è condannato a essere associato per sempre a quello del Führer, che qui nacque e qui trascorse peraltro solo i primi tre anni di vita. A ricordarcelo c'è quella casa al numero 15 della Salzburger Vorstadt in cui l'uomo coi baffi vide la luce. Ha superato indenne due guerre mondiali, sfuggendo persino ai bombardamenti anglo-americani,che avevano raso al suolo buona parte dell'Austria.
La casa è sempre in piedi, non dà segni di cedimento e angustia gli amministratori locali e il governo nazionale per il timore che possa diventare meta di pellegrinaggio di nazisti vecchi e nuovi, che non mancano mai da queste parti, soprattutto al di là dell'Inn, che segna il confine con la Germania. Per alcuni anni dopo la guerra aveva ospitato un istituto per disabili, ma le nuove normative in materia edilizia avrebbero richiesto interventi strutturali che la proprietaria, Gerlinde Pommer, non ha mai autorizzato a fare. L'istituto così è stato chiuso, ma lo Stato ha continuato a pagare l'affitto (4.800 euro al mese) di un edificio ormai vuoto e inutilizzato, per evitare che andasse in altre mani che avrebbero potuto farne un mausoleo in memoria del Führer.
Ed ora ecco la soluzione definitiva: l'esproprio. Il governo di Vienna lo ha deciso, su proposta del ministro degli Interni, Wolfgang Sobotka. Non è stata un'impresa facile, perché mancavano i presupposti giuridici per un provvedimento così straordinario. Sono stati individuati con l'aiuto di costituzionalisti nella necessità di «impedire definitivamente la preservazione, la promozione e la diffusione dell'ideologia nazionalsocialista».
Il disegno di legge passerà in settembre all'approvazione del Parlamento. Frau Pommer perderà così la sua gallina dalle uova d'oro, che le fruttava quasi 5mila euro al mese senza battere un chiodo, ma avrà un indennizzo, che sarà calcolato con i criteri degli espropri per opere ferroviarie.
E poi che cosa si farà della casa? Il ministro degli Interni vorrebbe farla finita radendola al suolo. Ma non si può, perché la pur modesta facciata ha pregio architettonico ed è tutelata. Non si può abbattere. E allora ecco l'idea geniale, che non viene soltanto a noi italiani: sarà costituita una apposita commissione di storici, che studierà il caso e prima o poi formulerà delle proposte.
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