Attacco a Zeno D'Agostino: tolto dal vertice del Porto di Trieste per incompatibilità
TRIESTE Zeno D’Agostino decade dalla presidenza dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale. La sentenza dell’Autorità nazionale anti-corruzione è arrivata ieri alla Torre del Lloyd. L’Anac ha stabilito che nel novembre del 2016 il ministro alle Infrastrutture e ai trasporti Graziano Delrio non potesse nominare D’Agostino presidente, poiché questi era già alla presidenza di Trieste terminal passeggeri (Ttp). Rilevata «l’inconferibilità», il presidente decade mesi prima della fine mandato, a novembre. D’Agostino per il momento non commenta, ma il ministro allo Sviluppo economico Stefano Patuanelli assicura «il massimo impegno immediato del governo» per risolvere la questione. I lavoratori del porto si riuniranno in assemblea oggi alle 12.
La vicenda
D’Agostino aveva assunto la presidenza di Ttp (di cui il Porto detiene il 40%), ai tempi in cui era commissario portuale. Si tratta di un ruolo rappresentativo eppure, rileva l’Anac quattro anni dopo, avrebbe dovuto precludergli l’accesso alla presidenza nel 2016. E di fatto la rende nulla. La sentenza relativa risale al 16 marzo scorso ma è stata notificata soltanto ieri. La lettera è arrivata alla Torre del Lloyd, a Trieste, poco prima della riunione del Comitato portuale per l’approvazione del rendiconto, tanto che D’Agostino ha deciso di rinviare l’appuntamento.
Le contromosse
In via Von Bruck ora si riflette sulle contromosse: il ricorso al Tar per chiedere la sospensiva della misura pare certo. Resta da vedere quale sia il Tar di riferimento per il caso, trattandosi di una nomina ministeriale potrebbe essere il tribunale amministrativo del Lazio. Da ambienti dell’Ap risulta che esistano ampi appigli in giurisprudenza per contestare la sentenza Anac, incluso un pronunciamento del Consiglio di Stato che stabilisce che l’inconferibilità può conseguire soltanto a incarichi di tipo gestionale, dei quali la presidenza Ttp - non retribuita - era priva.
La ferriera
Di fatto, però, da ora l’Autorità è senza presidente in un momento critico per il Porto e la città di Trieste. La firma del presidente del Porto è necessaria all’Accordo di programma sulla Ferriera di Servola, dato per imminente dal ministro Patuanelli a fine maggio, e rallentato dalle trattative sulle garanzie per centinaia di posti di lavoro, sui quali vigila un accordo sindacale.
Il lavoro fatto
Inoltre il porto si trova privato della regia che negli ultimi anni ha condotto il rafforzamento degli scambi su rotaia, esteso i collegamenti verso il Nord Europa e inserito lo scalo nella Via della Seta, avviato i lavori per la piattaforma logistica. Azioni delle quali, visto che la sentenza lascia spazio a possibili interpretazioni retroattive, potrebbe anche venir messa in dubbio la validità, da parte di una presidenza non valida. Resta fermo il principio della tutela dell’attività amministrativa, che in linea di massima dovrebbe proteggere il lavoro fatto.
Il governo
A Roma intanto il governo si mobilita per conservare l’incarico al presidente. Il ministro allo Sviluppo economico, il triestino Patuanelli (M5s), si schiera da subito in sua difesa: «Zeno D’Agostino, oltre a godere della mia stima smisurata, gode della stima di tutto il governo e della ministra Paola De Micheli (Pd, ndr), con cui sono in contatto dal primo minuto». La ministra, racconta Patuanelli, era stata avvisata della vicenda dall’amico triestino e collega di partito Francesco Russo, sebbene fosse al Consiglio d’Europa ieri pomeriggio. Prosegue Patuanelli: «Quando l’ho sentita aveva già la nota dell’Anac e la stava valutando. Assicuro il massimo impegno immediato del governo per trovare una soluzione per questo disastro per la città, e sono certo che la troveremo». Il ministro allo Sviluppo economico chiude confermando il suo sostegno al presidente del Porto: «Oltre a questo non ho altro da dire. Ma se penso allo sviluppo futuro di Trieste, serve D’Agostino. Troveremo la strada per sistemare una situazione nata da una disposizione, la cui ratio è giusta, ma che ha portato anche a un effetto distorto».
I lavoratori
Il Coordinamento dei lavoratori portuali proclama intanto un’assemblea per oggi alle 12, al Varco 4 del porto. Ne conseguirà «l’astensione dal lavoro». La compagnia definisce «pretestuoso» l’annullamento, che «mette a rischio importanti conquiste dei lavoratori sancite dal presidente». —
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