Ateneo, restaurati mosaici e bassorilievi di Carà

Le opere, realizzate con il sostegno di privati, abbelliscono una pavimentazione dell’edificio centrale e chiudono le arcate secondo il progetto originario
Foto BRUNI TRieste 15.03.12 Università Trieste:restauro mosaici e sculture,alcune nascoste
Foto BRUNI TRieste 15.03.12 Università Trieste:restauro mosaici e sculture,alcune nascoste

Un’accurata opera di restauro, un lavoro minuzioso durato lunghi mesi e che ha avuto come fine il recupero storico- artistico di una parte del patrimonio culturale universitario.

Si tratta dei lavori che hanno ridato nuovo smalto ai mosaici pavimentali, situati nell’atrio dell’ala destra dell’edificio centrale dell’ateneo in piazzale Europa; e dei bassorilievi, recuperati dopo anni di abbandono, che sono stati collocati a chiusura delle arcate, così come era stato previsto dal progetto originario.

A presentare l’opera di recupero è stato il rettore dell’ateneo Francesco Peroni, che nel corso della cerimonia inaugurale dell’operazione ha parlato di completamento di un percorso non facile ma fortemente voluto: «Si tratta di un connubio – ha dichiarato Peroni – tra ricerca scientifica, alta cultura e amore per la città, per l’università e per il suo tessuto storico–monumentale».

Il sostegno economico grazie al quale l’ateneo triestino ha potuto riappropriarsi di questo suo patrimonio deriva dall’impegno di due concittadine, Anna Bernetti Sblattero e Franca Varridi Antonini, che hanno fortemente voluto portare a termine questo progetto con l’intento di onorare la memoria dei rispettivi mariti, ricordata con due apposite targhe celebrative.

Dei dodici bassorilievi che ieri sono stati svelati, quattro - quelli realizzati da Ugo Carà - risultano visibili. Gli altri sono stati posizionati all’incontrario, esponendo cioè la parte non lavorata del marmo, così da non mostrare i simboli - si tratta di asce littorie - legati al periodo fascista in cui l’opera fu realizzata. «Al di là di ogni valutazione di natura politica, noi ci sentiamo custodi dei valori costituzionali – ha precisato Peroni -. Il nostro ordinamento giuridico prevede sanzioni per chi esibisce simboli riconducibili al fascismo, dunque si tratta di un reato vero e proprio. Una cosa è ciò che già preesiste, come alcune immagini rappresentate sul frontone dell’edificio, dunque già di per sé storicizzate. Altra cosa invece, come in questo caso, è collocare ex novo elementi che richiamino l’epoca fascista, peraltro non firmati. Da qui la decisione di portare alla luce solo i bassorilievi di Ugo Carà».

Tornando all’opera di restauro, va ricordato che i mosaici pavimentali furono realizzati da Gino Avon con l’utilizzo di tessere di marmo bianche e nere, sulla scia del mosaico romano molto impiegato nella vicina Aquileia, e ricollegandosi alle produzioni per il complesso del Foro Italico a Roma, realizzate dalla Scuola Mosaicisti di Spilimbergo.

Tra le figure rappresentate ci sono varie immagini della Trieste romana e di quella contemporanea: si va dal porto fino alla rosa dei venti e all’alabarda simbolo della città.

Nei bassorilievi, ritrovati casualmente in stato di abbandono nel giardino antistante l’ateneo, sono rappresentate invece figure in forma di corteo, con riferimenti ai protagonisti della realizzazione dell’edificio centrale universitario, dai progettisti alle autorità cittadine.

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