Assenteisti in Soprintendenza: in 26 rinviati a giudizio

Accusa di truffa e falso ideologico per chi andava a fare shopping o al bar durante l’orario di lavoro. Due hanno patteggiato, altrettanti in abbreviato
Lasorte Trieste 19/09/12 - Assenteismo Sovrintendenza, Foto Fornite da Guardia di Finanza
Lasorte Trieste 19/09/12 - Assenteismo Sovrintendenza, Foto Fornite da Guardia di Finanza

Quattro restano quel che già erano: indagati. Per loro il gup, il giudice per l’udienza preliminare, ha ritenuto fosse il caso di sentire più in là ancora qualche testimone, in particolare i superiori in grado, prima di disporne, o meno, l’archiviazione. Due, invece, già escono di scena, seduta stante, col patteggiamento: condannati a un anno, con la condizionale. E 28, infine, da indagati divengono imputati: due hanno chiesto e ottenuto il rito abbreviato dallo stesso giudice, mentre 26 (che vanno a sommarsi ai cinque per cui in precedenza un altro gup ha tracciato la medesima strada, si legga nel riquadro sotto, ndr) dovranno sostenere un processo con dibattimento ordinario, in cui saranno chiamati a rispondere delle ipotesi di reato di truffa e falso ideologico.

Si è chiusa dunque con una pioggia di rinvii a giudizio, e neanche un “non luogo a procedere”, l’affollatissima udienza preliminare di ieri davanti al giudice Laura Barresi a carico di 34 dei 39 dipendenti della locale Soprintendenza accusati d’assenteismo (e non usciti a indagine in corso a differenza di qualche altro loro collega) all’interno della maxi-inchiesta condotta dagli investigatori della Tributaria e diretta in Procura dal pubblico ministero Massimo De Bortoli.

Per tutti i presunti assenteisti - ai quali il pm contesta dalle quattro, cinque ore di mancata presenza in ufficio non documentata e giustificata fino a un centinaio, per attività per così dire “alternative” dalla spesa al supermercato allo shopping nei negozi del centro - l’appuntamento a Foro Ulpiano è a questo punto per dopo l’estate, tra ottobre e novembre. Per tutti eccezion fatta, come s’è detto più sopra, per due: Marisa Callegaris, di 66 anni, e Francesco Tuppo, di 63, assistenti amministrativi di Palazzo Economo all’epoca dei fatti finiti nel 2012 sotto la lente (e le telecamere) degli inquirenti, difesi entrambi dall’avvocato Andrea Frassini, la cosa s’è chiusa qui, direttamente ieri, dato che hanno scelto la via del patteggiamento che si è risolta con una contestuale sentenza di condanna a un anno con la sospensione condizionale della pena. Per tutti gli altri, per l’appunto, se ne riparla in autunno. Si comincerà a farlo il 31 di ottobre, quando - sempre davanti al giudice Barresi - due imputati sosterranno il processo a porte chiuse col rito abbreviato: si tratta dell’architetto Alvaro Colonna, 63 anni, difeso dall’avvocato Riccardo Seibold, e dell’assistente Francesco Krecic, 44enne, tutelato dall’avvocato Giovanni Borgna. Nella stessa udienza del 31 di ottobre, per inciso, saranno approfonditi i casi della segretaria amministrativa Elvi Bossi, 65 anni, dell’architetto Lino Caputo, 64, di Elisabetta Ruta, 58, e della restauratrice Luisa Zubelli, 64, cioè dei quattro indagati (tutti difesi dall’avvocato Alessandro Giadrossi tranne Caputo che è rappresentato dall’avvocato Frassini) rimasti nella terra giudiziaria di mezzo: non ancora (e forse mai) rinviati a giudizio, per i quali il giudice Barresi ha disposto d’ufficio una serie di supplementi d’istruttoria previsti dal Codice di procedura penale, sotto forma di nuove testimonianze nel corso delle quali saranno sentiti i loro “capi”.

Per gli altri 26 dei 34 dipendenti della Soprintendenza le cui astensioni dal lavoro erano al vaglio del gup ieri (per i nomi si faccia riferimento all’articolo a destra, ndr) è stata accolta quindi la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm De Bortoli un anno fa a chiusura della maxi-inchiesta. Saranno processati davanti al giudice monocratico Francesco Antoni. La prima udienza del dibattimento è in agenda il 5 novembre.

@PierRaub

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