«Apriremo Eataly a Trieste nel 2015»
MILANO. «Il progetto procede spedito. Apriremo a Trieste nel 2015». Oscar Farinetti, ideatore di Eataly, risponde a margine del convegno sul lancio milanese di Fico, la fabbrica italiana contadina, destinata a sorgere a Bologna. E lo fa dichiarandosi ottimista in merito all’avvio della struttura triestina all’inizio del prossimo anno. «Della vicenda si stanno occupando direttamente i miei figli ma - spiega - non vedo intoppi particolari».
Così, dopo Torino, Roma, Firenze, Bari e altre città italiane di medie e grandi dimensioni (oltre a una decina di capitali in tutto il mondo), anche il capoluogo giuliano si appresta a ospitare un punto vendita della catena ideata da Farinetti con l’obiettivo di mettere in vetrina le eccellenze dell’agroalimentare italiano. Quanto alle ragioni sottese alla scelta di Trieste, l’imprenditore risponde come un fiume in piena: «È una delle città che più amo non solo per la sua bellezza architettonica, ma anche per la sua posizione di confine con l’Est Europa. Parliamo di un territorio che ha molto da dire a chi oggi si interroga sull’arrivo di cittadini provenienti da altri Paesi, con la sua storia di esodi forzati che andrebbe studiata da tutti».
Insomma, ragioni storiche ed estetiche che si intrecciano con gli obiettivi di business: «La sede scelta è l’ex Magazzino vini, che sarà oggetto dei lavori di ristrutturazione», spiega l’imprenditore. La sistemazione della struttura sarà curata dalla Fondazione CRTrieste, mentre gli arredi e la cura degli interventi sarebbero di competenza dell’azienda.
«Come già fatto altrove, Eataly non punta ad aggiungere cubatura, ma a sfruttare luoghi già esistenti, meglio se ricchi di contenuti storici e poco valorizzati negli ultimi anni» spiega Farinetti. E aggiunge che il vino, proprio il vino, sarà uno dei tratti caratteristici del punto vendita sulle Rive. «L’obiettivo principale è stato creare un legame forte con i produttori locali. A Trieste le eccellenze enologiche, ma anche in diversi comparti della gastronomia, non mancano di certo; sono fiducioso che riusciremo a fare un buon lavoro, con ritorni di business sia per noi, sia per i piccoli produttori, che spesso non hanno le forse per affrontare da soli le complessità del mercato».
Per ulteriori dettagli l’imprenditore rinvia a fine estate («quando avremo un quadro più chiaro della situazione»), ma sostanzialmente conferma che l’impostazione di massima sarà quella seguita in altre location, con la stipula di un contratto d’affitto, valido per nove anni rinnovabile per altri nove (l’esborso dovrebbe aggirarsi tra i 300mila e i 400mila euro annui), e l’assunzione di personale locale. Vi sarà anche la collaborazione con alcuni imprenditori locali, con la famiglia Illy in prima fila.
Eataly Trieste si svilupperà su due piani, che saranno collegati tra loro, per un totale di 2mila metri quadri all’incirca tra aree ristorante e degustazione, spazi didattici di educazione al mangiare e bere bene, showroom del gusto e punti vendita dell’enogastronomia made in Italy.
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