Angelo fatto a pezzi, il Comune di Trieste studia un restauro completo

TRIESTE «Potrebbe essere l’occasione buona per una ristrutturazione completa». Andrea Dapretto, assessore per il Patrimonio e i Lavori pubblici, a poche ore dal «massacro», ipotizza una cura radicale per la Fontana dei quattro continenti. Dopo aver manifestato «grande amarezza perché siamo impotenti davanti a situazioni come questa», l’assessore spiega infatti che i «danni sono ingenti» e ricorda che il monumento «ha già subito atti di vandalismo in passato».
Da qui l’ipotesi di un restyling completo: «Nell’ormai prossima sessione di assestamento di bilancio sarà impossibile trovare i soldi necessari per il restauro ma in prospettiva, nel 2016, si potrebbe pensare a una soluzione radicale in grado di riportare la Fontana alla bellezza originaria, magari intervenendo anche sull’impianto idraulico, attualmente bloccato».
Il prossimo anno, dunque, bilancio permettendo, la Fontana tornerà al suo antico splendore. «Bisognerà dapprima mettere attorno a un tavolo tutti i soggetti interessati, ovvero Sovrintendenza, AcegasApsAgma e vari assessorati del nostro Comune, e poi predisporre un piano per capire a quali costi si potrebbe andare incontro» aggiunge Dapretto.
La Fontana, di sicuro, è uno dei monumenti più visti e fotografati di Trieste. La posizione centrale davanti al Municipio, la sua intrinseca bellezza, sono elementi che attraggono turisti e passanti.
«È un simbolo di Trieste, anche perché ha la caratteristica di presentare solo quattro Continenti, quelli conosciuti all’epoca della sua realizzazione» spiega Maria Masau Dan, direttrice dei Civici musei e del Revoltella. E aggiunge: «Per la sua forma articolata è purtroppo molto vulnerabile. Bisognerà fare un ragionamento assieme agli altri soggetti interessati per vedere il da farsi e per evitare che episodi del genere si ripetano. In ogni caso, è impossibile pensare a una barriera che ne guasterebbe la prospettiva».
Masau Dan non nega, tuttavia, la preoccupazione: «Questi sono brutti segnali anche perché di recente abbiamo visto altri monumenti e altre statue della città subire vandalismi. Credo siamo davanti a una patologia perché altrimenti non si spiegherebbe questa volontà di violenza nei confronti delle testimonianze della cultura e della storia». (u.s.)
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