Allianz Acumen, tra arte e scienza nel nome di Leonardo

Dedicato al genio multiforme il terzo forum. Archibugi: imparare la tecnica alla perfezione e poi dimenticarla
Silvano Trieste 2019-09-12 Allianz Incontra
Silvano Trieste 2019-09-12 Allianz Incontra

TRIESTE. Dalla pluripremiata regista Francesca Archibugi a innovatori del calibro di Bruno Murari e Riccardo Sabatini. Sono le figure di primissimo piano, tutte e tre unite nel segno di Leonardo, che ieri sera sono salite sul palco della sede triestina di Allianz in occasione del terzo forum di Allianz Acumen - il ciclo di appuntamenti dedicati a Trieste per discutere d’innovazione nei settori di sviluppo più strategici - stavolta ispirato appunto alle celebrazioni per i 500 anni della morte dell’«Uomo del millennio».

«Tre persone che provengono da ambiti e percorsi diversi – ha affermato il Ceo di Allianz Spa, Giacomo Campora introducendo la serata – e che sono accomunate dal fatto di ripercorrere, per genialità e creatività, le tappe di un genio multiforme come quello di Leonardo. Ecco qual è la volontà che ha animato l’organizzazione dell’incontro: quella di far incontrare personalità simili».

A fare da conduttrice all’evento Gabriella Greison, fisica, scrittrice, attrice e divulgatrice scientifica: «Leonardo voleva conquistare il cielo per avere una visione privilegiata dell’orizzonte – ha detto –. Aveva a che fare con strateghi del calibro di Ludovico il Moro. Sempre preso dietro qualcosa da fare, o da escogitare, oggi potrebbe essere un perfetto sceneggiatore per Game of Thrones. Ma ha anche inventato le caricature, scoperto gli anelli di crescita per calcolare l’età degli alberi e raccontato diverse barzellette».

A esordire fra i relatori è stato Murari. Ricercatore e inventore operativo dal 1961 nell’ambito dell’elettronica, oggi ha più di 200 brevetti all'attivo e ha senz’altro scritto una parte fondamentale della storia della sua disciplina. Le sue intuizioni hanno permesso agli smartphone di orientarsi, tanto per citare. Murari ha citato come emblematico «l’elicottero di Leonardo, che non poteva volare. Eppure da lì è nata l’idea. Al prototipo leonardesco mancavano piccoli dettagli: a distanza di secoli le cose sono cambiate e ha preso il volo. Segno che dall’errore l’umanità può imparare».

Archibugi è partita dagli aspetti più creativi dell’eredità leonardesca per arrivare a parlare del cinema e dell’arte ridotta ai termini essenziali. «L’artista è qualcuno che non sa niente – ha detto la regista –. La vita ti attraversa e tu devi riportarla e raccontarla. Raccontarla attraverso il terzo occhio, il diavolo che sta nel dettaglio, quello che ci permette di dire chi è la persona che entra nella stanza, pur non conoscendola. Per fare ciò bisogna imparare la tecnica alla perfezione, come Leonardo, e poi dimenticarla. Ai suoi allievi diceva: dovete cercare di piacere a color che ammirate, non ai potenti, anche se sarebbe più facile».

Sabatini, scienziato e imprenditore specializzato nella modellistica numerica di sistemi complessi applicata a più settori, ha offerto una panoramica degli ultimi progressi in materia di intelligenza artificiale. «Dal punto di vista del problem solving, l’intelligenza delle macchine sta facendo passi che fino a poco fa non avremmo ritenuto possibili – ha concluso lo scienziato –. Analizzando i dati forniti dai social media, ad esempio, oggi è possibile calcolare con una precisione del 97% l’incasso alle vendite di un film prima ancora che questo sia uscito nelle sale. Leonardo non era però solo una meravigliosa mente ingegneristica. Era dotato pure di creatività, un atto generativo che non ha bisogno di risolvere problemi. Le macchine diventeranno capaci di questo?».

 

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