Alexandria Ocasio-Cortez, un volto dell'America radicale

Il libro di Francesco Foti, "La giovane favolosa", analizza la parabola della più giovane eletta al Congresso degli Stati Uniti e la sua sfida al sistema trumpiano

Non ci avremmo creduto, se trent’anni fa ci avessero detto nel 2019 un ex ufficiale del Kgb seduto al Cremlino sarebbe diventato l’idolo delle destre, mentre le sinistre di tutto il mondo avrebbero guardato agli Usa come faro di un possibile socialismo democratico. Nel libro “Alexandria Ocasio-Cortez - La giovane favolosa” (People pagg. 124, euro 12) l’autore Francesco Foti delinea il ritratto di una delle protagoniste in ascesa della nuova stagione della sinistra statunitense.

Il titolo traduce «wonderful, young bartender» («giovane, favolosa barista») ovvero la sprezzante definizione che il presidente Usa Donald Trump ha dato di Alexandria Ocasio-Cortez (d’ora in poi Aoc per semplicità) durante un discorso in cui attaccava la proposta di un Green New Deal, bandiera della sinistra socialista. La deputata democratica gli risponde rivendicando con orgoglio la sua provenienza proletaria. Quello scambio fotografa in sintesi, nei toni e nei contenuti, lo scontro frontale in corso negli Usa tra reazionari di destra e socialisti democratici. La versione “tronca” del titolo riprende e dirotta la sparata di Trump con una suggestione leopardiana.

Il volume passa in rassegna le tappe della vita di Aoc, il suo linguaggio e le sue battaglie politiche. Foti utilizza un registro giornalistico per raccontare in modo partecipe la parabola della giovane politica, seguendo un ritmo da serie televisiva. Solo che in questo caso non c’è alcun Frank Underwood a raccontare il cinismo e l’immutabilità dei meccanismi di Washington: la protagonista è invece una giovane nata nel Bronx, di madre portoricana, cresciuta in una famiglia che tenta il passaggio alla piccola borghesia ma viene precipitata nella povertà dalla rapida morte del padre a causa di un tumore.

In fondo la sua vita potrebbe essere letta come una classica storia americana, la ragazza del Bronx che lottando dal basso per la sua gente riesce a diventare - a fine 2018 - la più giovane donna mai eletta al Congresso degli Stati Uniti. Non mancherebbe nemmeno l’omaggio all’epica delle dinastie Usa, quando la giovanissima Aoc ottiene uno stage nell’ufficio di Ted Kennedy.

L’ascesa raccontata è rapida. La forza di Aoc sta nel radicamento e nell’organizzazione, che le consentono di mettere ko un peso massimo democratico alle primarie. Dopo l’elezione al Congresso, quella stessa macchina regge agli attacchi inferociti del sistema reazionario trumpiano, e porta nelle massime aule del potere temi radicali negli Usa, dall’assistenza sanitaria universale al progetto neo-rooseveltiano del Green New Deal.

Si potrebbe leggere come una grande storia americana, appunto. Forse però la lezione più importante che il lettore italiano può trarre dalla biografia di Aoc è una possibilità di fare la sinistra nell’epoca contemporanea.

Lo è per i linguaggi, la padronanza della strada come dei social, lo è per la centralità che l’individuo ha nella sua storia collettiva, ma lo è soprattutto per i contenuti. Perché da oltreoceano, a chi lo ritenga un rovello interessante, arriva una proposta di cosa la sinistra debba dire oggi. L’autore probabilmente sottoscriverebbe, visto che correda la biografia con il testo della risoluzione sul Green New Deal e il discorso inaugurale di Aoc al Congresso. —

Pubblicato da Il Piccolo il 4 settembre 2019

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