Alberi, 330 abbattimenti «Operazione esagerata»

Da Wwf a Legambiente, associazioni contro la decisione del Comune. Giadrossi: bastava mettere in sicurezza le piante, così si intacca il polmone verde della città
Di Pierpaolo Pitich

Più che pollice verde, pollice verso. L'operazione di abbattimento di oltre 300 alberi (330 per la precisione) presenti sul territorio urbano, operazione inserita nel piano di rinnovo del patrimonio arboreo cittadino, sta scatenando una autentica rivolta popolare. Sono infatti moltissimi i cittadini che non hanno digerito la tipologia dell'intervento messo in atto dal Comune e che si stanno scagliando contro quello che viene definito «un taglio indiscriminato delle piante». L'intervento di rinnovamento delle alberature, scattato ai primi di gennaio e destinato a concludersi a fine febbraio, interessa varie zone della città. Per l'amministrazione comunale si tratta di «una operazione dovuta a motivi di sicurezza e pubblica incolumità»: spiegazioni che però non convincono i cittadini e suscitano molte perplessità anche tra gli ambientalisti.

«È un'autentica follia - tuona Alessandro Giadrossi, presidente di Wwf Trieste -. Non capisco perché un albero considerato pericoloso debba essere eliminato per forza: per evitare problemi basterebbe metterlo in sicurezza. In questo modo si vanno a perdere arbusti secolari che costituiscono un polmone verde della città: trovo che sia un'operazione assolutamente esagerata». Pensieri condivisi da altre associazioni ambientaliste: «Siamo di fronte a un danno ambientale rilevante - attacca Giorgio Cecco, coordinatore provinciale FareAmbiente -. Rimangono forti dubbi su questo intervento: 300 alberi rappresentano un numero rilevante, da non sottovalutare. Il fatto poi di sostituirli con arbusti più giovani non è esattamente la stessa cosa dal punto di vista ambientale: non vorrei che dietro a questa scelta drastica del Comune ci fosse una cattiva manutenzione del verde pubblico».

C'è poi chi si sofferma su altri aspetti della questione: «Non voglio nemmeno pensare che ci sia un taglio indiscriminato degli alberi anche perché sarebbe una cosa gravissima - annota Lucia Sirocco, presidente di Legambiente Trieste -. Quello che voglio però rimarcare è il dispiacere per il fatto che non sia ancora stato emanato il nuovo regolamento comunale sul verde pubblico: uno strumento in grado di fotografare l'attuale situazione del patrimonio arboreo e una sorta di garanzia anche per gli stessi cittadini».

Infine per Mariangela Barbiero, presidente dell'associazione “Tra fiori e piante”, il problema va ricercato a monte: vale a dire in «una manutenzione deficitaria del verde pubblico nel corso degli anni oltre che nelle operazioni di potatura degli alberi eseguite in modo assurdo che vanno a causare dei danni biologici alle piante, diminuendone la longevità».

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