Al via il cantiere anti-crolli alla chiesa di Montuzza

L’intervento nella “casa” dei frati cappuccini, previsto sul lato di via Capitolina, il più esposto alla bora, servirà pure a bloccare le infiltrazioni che rischiano di danneggiare gli affreschi interni
Le impalcature apparse ieri in via Capitolina sulla facciata laterale della Chiesta di Sant’Apollinare dei frati Cappuccini di Montuzza.Lasorte
Le impalcature apparse ieri in via Capitolina sulla facciata laterale della Chiesta di Sant’Apollinare dei frati Cappuccini di Montuzza.Lasorte

TRIESTE La chiesa di Sant’Apollinare di Montuzza, messa da dura prova dalla raffiche di bora e dal maltempo, si rifà l’abito esterno. È stato aperto ieri il cantiere che durerà qualche mese in via Capitolina. Ieri mattina sono apparsi i ponteggi lungo la facciata laterale di via Capitolina dove, nei mesi scorsi, si erano staccati dei pezzi di intonaco finendo sul marciapiede.

Un potenziale pericolo per i pedoni e le auto che transitano lungo la stessa via Capitolina. La Chiesa di Montuzza, come l’adiacente convento, è in mano all’Ordine francescano dei frati minori Cappuccini fin dalla fondazione. «Abbiamo deciso di rifare l’intonaco esterno della parte della chiesa di via Capitolina. Un’opera necessaria per evitare anche le infiltrazioni d’acqua che rischiano di danneggiare gli affreschi interni della chiesa», spiega uno dei Cappuccini di Montuzza.

Il cantiere simile a quello attuale in una foto del 1998
Il cantiere simile a quello attuale in una foto del 1998


Il progetto, dunque, è quello di rendere la facciata esterna impermeabile e resistente alla Bora che in quella zona soffia con particolare forza. «Verrà usato un materiale diverso rispetto a quello del passato. Un intonaco resistente capace di prevenire eventuali danni all’interno della chiesa», aggiunge il religioso, che preferisce non riferire sul costo dell’intervento, finanziato direttamente dai Cappuccini e che si aggira su qualche decina di migliaia di euro.

I lavori interni di alcuni anni fa
I lavori interni di alcuni anni fa


La storia della chiesa di via Capitolina raccontata la storia religiosa di Trieste. Il 22 novembre 1857 venne posta la prima pietra dell’attuale chiesa in località Montuzza, sul colle di San Giusto. Il terreno, che faceva parte del “fondo di religione”, fu donato dall’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria. Nel 1858 il vescovo di Trieste emanò una pastorale invitando i parrocchiani a elargire offerte per edificare una chiesa con annesso convento per i frati Cappuccini. Il Comune di Trieste stanziò la somma di 12 mila fiorini subito seguito dalla maggior parte delle istituzioni e delle aziende commerciali cittadine (all’epoca concorsero con 2 mila fiorini la Deputazione di Borsa, il Lloyd Austriaco, la Camera di Commercio e le varie assicurazioni) come si legge su una lapide marmorea affissa sulla facciata della chiesa. Tra i benefattori c’è anche Pasquale Revoltella. L’edificio di culto, edificato su disegno di frate Francesco da Vicenza e dedicato a Sant’Apollinare martire in Trieste, venne consacrata il 23 ottobre 1870. La chiesa ha una sola navata con abside e altari laterali, campanile e alcune cappellette laterali quasi invisibili. L’edificio è affiancato dal convento dei Cappuccini. Nel corso dei decenni è stata più volte restaurata a causa di infiltrazioni d'acqua. L’ultimo intervento di restauro esterno risale al 1998 quando si mise mano alla coperture del convento e della chiesa, che erano a rischio crollo. In anni più recenti vennero invece eseguiti i lavori di recupero degli affreschi e dei decori dell’interno della chiesa per 1,4 milioni.

Negli anni Quaranta e Cinquanta del '900 gli affreschi erano stati malamente nascosti con pittura grigia. È riemerso così lo “strabiliante e meraviglioso” soffitto con la “Gloria dell’Immacolata" dipinta da Giacomo de Simon su imitazione del Murillo. Sono anche tornate alla luce le decorazioni a parete che mimano architetture e marmi. I frati di Montuzza sono considerati dei benemeriti in città, in quanto gestiscono una mensa per i poveri che è stata restaurata e ampliata nel Duemila. —


 

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