Al Rossetti va in scena Katharina Blum, poi arriva “L’infinito tra parentesi”

TRIESTE Il cartellone 2019-20 del Teatro Stabile si apre nel segno di tre produzioni, che puntano i riflettori su diversi aspetti del contemporaneo, dall’uso sbagliato dei sistemi di comunicazione, al rapporto di identità e memoria, passando all’affascinante ed eterna diatriba tra visione scientifica ed umanistica. In tutto sono oltre cinquanta i titoli in programma, declinati attraverso tutti i linguaggi del teatro, mettendo in luce la poesia e le contraddizioni del nostro tempo.
Il 22 ottobre “L’onore perduto di Katharina Blum” di Heinirch Böll inaugurerà la stagione del Teatro Stabile in Sala Generali, per la regia del direttore Franco Però. «È la storia - spiega Però - di una ragazza che si innamora della persona sbagliata al momento sbagliato e diviene vittima della macchina del fango. Il tutto raccontato con grande ironia ma anche con una eccezionale abilità nell’adattamento di Letizia Russo che restituisce i toni drammatici richiesti dalla trama. In scena due beniamini del pubblico televisivo, ma anche eccellenti attori di teatro: Elena Radonicich (”La porta rossa”) e Peppino Mazzotta, il Fazio di Montalbano”.
La Sala Bartoli inaugurerà invece il 29 ottobre con “L’infinito tra parentesi”, di Marco Malvaldi, per la regia di Piero Maccarinelli: uno spettacolo in rapporto con la narrativa che ha debuttato con successo al Mittelfest e che vede in scena i fratelli Maddalena e Giovanni Crippa, in un confronto sulla conoscenza. A completare il trittico di produzioni – cui si aggiungono il nuovo spettacolo degli allievi dell’Associazione StarTs Lab, “Canto di Natale. Buon Natale Mr. Scrooge!” che Luciano Pasini trae dal classico di Dickens, e il già rodato “A Sarajevo il 28 giugno”, e “Walzer per un mentalista” di Davide Calabrese e Fabio Vignarelli, che sarà in scena dal 21 novembre e poi ripreso a gennaio. «È una deliziosa follia nata da una suggestione sviluppata all’interno dello staff del teatro – rivela Però – sarà un doppio spettacolo, con il mondo dell’ospedale e della malattia da una parte e il mondo della magia dall’altro». «Il filone di “Altri percorsi” si concentra sulle prospettiva della nuova drammaturgia – sottolinea Però – vedendo un grande ritorno alle storie e alla parola in tutte le sue espressioni.
Ci saranno le reinvenzioni del classico play (come il Premio Ubu Rafael Spregelburd, artista di punta sulla scena internazionale, che in “Lucido” – regia di Jurij Ferrini – fra iperrealismo e comicità scorretta denuncia le nostre ipocrisie), ma anche storie rivisitate come “Sacco e Vanzetti”, “Scintille” con Laura Curino, o a un ritorno di Simenon con “Il gatto”, “Va pensiero” , un “dramma padano” del pluripremiato Teatro delle Albe, “Proprietà e atto” con Francesco Mandelli”». Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia dà un ulteriore segno d’attenzione verso i giovani artisti e i loro linguaggi innovativi, programmando anche in questa stagione lo spettacolo vincitore del Premio Nazionale “Giovani Realtà del Teatro” promosso dalla Civica Accademia d’Arte drammatica Nico Pepe di Udine: “Saduros” di Daniil Charms che nasce dalla poetica e dal lavoro d’improvvisazione del Collettivo L’Amalgama. Tornando alla stagione principale della Prosa, il direttore sottolinea che «si prosegue nella strada che ha incontrato una bellissima accoglienza nella scorsa stagione: verranno riproposti i classici riletti in modo chiaro: “Il Tartufo” di Roberto Valerio con Giuseppe Cederna, “Antigone” con Sebastiano Lo Monaco nella parte di Creonte, “La Tempesta” per la regia di Roberto Andò».
Spazio anche al teatro in dialetto veneto, con “La casa nova” e a quello napoletano con “Miseria e nobiltà” di Scarpetta, con uno strepitoso Lello Arena in uno spettacolo dal ritmo perfetto. E ancora “Rumori fuori scena” di Frayn per la regia di Binasco, con un compagnia completa di grandi talenti. Marco Paolini rilegge con occhi contemporanei il mito di Ulisse in “Nel tempo degli dei – Il calzolaio di Ulisse” per la regia di Gabriele Vacis e traccia un ponte fra il presente e l’universalità del mondo classico. Ma ospiteremo anche “Jezabel” di Irène Nemirovsky e “Le affinità elettive” di Goethe”. Da ricordare anche “Arsenico e vecchi merletti” per la regia di Geppy Gleijeses, con
Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini. «Perché è fondamentale – spiega Però – portare a teatro esempi di interpreti giovani, molto conosciuti ed amati, ma bisogna anche dare una certa continuità guardando ai grandi maestri: non possono mancare le figure di riferimento, come negli anni passati Glauco Mauri e Gabriele Lavia (di nuovo in scena in “John Gabriel Borkman” ), Franco Branciaroli (in “Falstaff e il suo servo”) e Massimo De Francovich, protagonista di “Mister Green” di Jeff Baron». «In generale – conclude il Direttore Però – nella stagione di quest’anno proponiamo temi e storie che ci aiutino a leggere l’oggi con occhio critico». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo