Affiora fossa comune nazista, 220 corpi
Macabra scoperta in Tirolo: erano le vittime di un programma di eutanasia
INNSBRUCK
. I conti con il passato non sono ancora finiti per l’Austria. In Tirolo è stata scoperta una fossa comune con le salme di 220 persone, che si presume siano state vittime dei programmi di eutanasia del nazionalsocialismo. Il numero non è neppure paragonabile con la contabilità dello sterminio nazista, che altrove ha fornito cifre spaventose ma ha suscitato lo stesso stupore e sgomento.
Perché la fossa si trova a Hall, nelle vicinanze di Innsbruck, nell’area dell’ospedale regionale, dove si sospettava che durante gli anni della guerra potessero essere state eliminate persone con handicap psichici o fisici, ma finora non se ne avevano le prove. Ebbene, ora le prove ci sono. Sono venute alla luce durante i lavori di ampliamento del padiglione della Psichiatria. Le ruspe stavano scavando il terreno quando le benne hanno incominciato a sollevare i miseri resti umani. I lavori sono stati immediatamente interrotti. La direzione dell’ospedale ha nominato una commissione di esperti che nei prossimi giorni dovrà esaminare il terreno, ispezionare i resti umani ritrovati, identificare le salme, fornire indicazioni per la conservazione scientificamente corretta di quello che a tutti gli effetti si presenta come un cimitero, dare risposta ai quesiti di natura legale che la macabra scoperta ha posto.
«Ci furono piani per un programma di eutanasia con iniezioni letali nell’ospedale di Hall – ha dichiarato lo storico Horst Scheiber – ma queste allora furono respinte dai comandi nazisti locali». Ciononostante da alcuni anni era maturato il sospetto che nell’ospedale tirolese alcune centinaia di uomini fossero stati lasciati morire di fame.
Dopo l’Anschluß dell’Austria al Terzo Reich (marzo 1938) le leggi germaniche relative alle persone con minorazioni fisiche e psichiche furono estese anche ai territori annessi. I dati ufficiali parlano di 706 persone con handicap del genere deportate dal “gau” Vorarlberg-Tirolo, spesso all’insaputa dei loro familiari. Tra il 1940 e il 1945 almeno 400 di esse furono sottoposte a sterilizzazione. Medici e infermieri erano tenuti per legge a denunciare i loro pazienti con minorazioni: nel Tirolo, compreso quello del Sud (Alto Adige), fino al 1945 furono segnalati oltre 3mila casi.
Resta incerta la loro sorte. Alcuni furono sottoposti a sterilizzazione. Di 360 si sa che furono trasferiti nel Castello di Hartheim, presso Linz, trasformato dal regime nazista in una fabbrica di morte. In quella sede, tra il 1940 e il 1944, furono eliminati circa 30mila persone, “vite non degne di essere vissute”, secondo la definizione nazista. Il programma di eutanasia era tenuto rigorosamente segreto dal regime, le tracce degli assassini perpetrati erano scrupolosamente cancellate, ai familiari erano fornite spiegazioni ”convincenti” circa la morte dei loro cari. Le 220 salme ritrovate ieri presso Innsbruck non sono paragonabili per numero a quelle di Hartheim, ma aiuteranno anch’esse a fare luce su uno dei capitoli più odiosi del regime nazista.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video