Addio Euronics, ecco Unieuro a Trieste. Buio sul futuro di 21 addetti

Il negozio chiude il 30 settembre. Atteso in tempi brevi il via del nuovo corso. Sindacati in allarme. Ma esisterebbe una trattativa riservata sui posti di lavoro

TRIESTE Il 30 settembre prossimo Euronics sparirà da Trieste. Il punto vendita all’interno del centro commerciale Il Giulia, infatti, chiude lasciando in bilico 21 dipendenti. Al suo posto, dopo i lavori di adeguamento di quegli spazi, arriverà Unieuro. La direzione del centro commerciale non si sbilancia, non fa nomi, ma fa intendere che quel foro non resterà vuoto a lungo, ma tra chi gestisce gli altri negozi all’interno della struttura di San Giovanni la voce è già circolata. Venerdì scorso, intanto, si è definita la procedura di licenziamento collettivo dei dipendenti della Galimberti, la Spa aderente al grippo Euronics. Senza un accordo tra la società e la nuova realtà che gestirà quel negozio, tra meno di una settimana ai lavoratori verrà dunque recapitata la lettera di licenziamento.

Restano pochi giorni per un salvataggio in extremis dei posti di lavoro cui, ovviamente, mirano i sindacati, delusi dall’impossibilita di ottenere un incontro con Piero Coin, proprietario del Giulia, che ieri ha preferito non rilasciare dichiarazioni. «L’obbiettivo era di chiedergli di fare da ponte tra le due società – spiega Andrea Blau della Fisascat Cisl – per tentare di salvaguardare i posti di lavoro e avviare una fase di startup che possa garantire solide basi di partenza per il nuovo negozio. È ancora possibile, ho illustrato il piano anche all’assessore regionale Alessia Rosolen, che si è subito attivata. Ritengo Coin non stia dando prova di responsabilità».

La Regione sta effettivamente seguendo l’evolversi delle situazione, anzi, della trattativa. Perché, lontano dagli occhi dei sindacati, una trattativa – a quanto è dato sapere agevolata proprio da Coin – tra la Galimberti e Unieuro per salvare il posto di lavoro alla maggior parte dei dipendenti sembra, stando alle indiscrezioni, sia già in corso. «Ci interessa il risultato», aggiunge Blau: «Il silenzio lascia spazio a libere interpretazioni». «Coin ha disatteso le nostre richieste di incontro, ha una responsabilità sul futuro di quei lavoratori», sostiene Andrea De Luca della Filcams Cigl: «La possibilità di fare i passaggi necessari per garantire continuità occupazionale ci sono, basta attivarsi prima che arrivino le lettere di licenziamento. Servirebbe una proroga sul contatto di affitto di qualche mese».

De Luca rivolge un appello anche all’assessore comunale al Commercio Lorenzo Giorgi: «Intervenga – esorta – altrimenti poi dovrà intervenire il suo collega ai Servizi Sociali».

Duro anche Matteo Calabro della Uiltucs: «Si muovano a carte scoperte, e non sottraendosi all’incontro con i sindacati. Serve una cessione del ramo d’azienda. Vogliono eludere la normativa: se la procedura si chiude, la nuova realtà non ha doveri nei confronti di quei lavoratori». —


 

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