A Zara bomba a mano contro la via “italiana”
Anche ordigni esplosivi contro il ripristino del toponimo storico Calle Larga (ora la principale via di Zara è intitolata Široka ulica o Strada larga), iniziativa che vede contraria la destra nazionalistica croata, al potere nella città dalmata. L’altro giorno una bomba a mano e una mina antiuomo sono state gettate nel cortile dell’abitazione del consigliere comunale di Azione giovani (centrosinistra, all’opposizione), Marko Pupi„ Bakra„, che si batte per la ridenominazione dell’antica passeggiata zaratina.
Gli ordigni non sono fortunatamente esplosi, costituendo comunque un esplicito messaggio a Pupi„ Bakra„, una minaccia per il suo adoperarsi nel parlamentino comunale a favore del nome Calle Larga. Il consigliere municipale ha dichiarato ai giornalisti che si tratta di un atto intimidatorio, non tale però dal farlo desistere: «Se qualcuno dovesse fare del male al sottoscritto o ai membri della mia famiglia – ha detto – di ciò ne sarà direttamente responsabile il sindaco di Zara, Božidar Kalmeta».
Chiamata ad intervenire, la polizia zaratina ha preso in consegna i due micidiali ordigni, sporgendo denuncia contro ignoti. Il primo cittadino, interpellato dai media, ha respinto ogni accusa e insinuazione, affermando di non avere a che fare con l’opera di un folle. «Spero che le forze dell’ordine agiscano alla svelta e in modo efficiente – ha rilevato Kalmeta nel comunicato diffuso dopo l’inquietante episodio – Zara è una città sicura dal punto di vista dell’ordine pubblico e fatti del genere non devono accadere più».
Pupi„ Bakra„ ha smentito quanto asserito dal sindaco, sottolineando come negli ultimi anni vi sia stata una decina di episodi, con lanci di bombe, auto fatte saltare in aria o incendiate, tra cui anche macchine di giornalisti.
«Se la polizia non farà il suo dovere – ha concluso il consigliere – mi riservo di agire per autodifesa, proteggendo anche le persone che mi sono più care». Va rammentato che la scorsa primavera circa 11 mila persone (Zara ha 76 mila abitanti) posero la loro firma in calce alla petizione per il ripristino dell’antico toponimo. Un numero sufficiente per avviare il procedimento in sede di consiglio cittadino. Ebbene da allora la questione non è stata inserita nell’agenda dei lavori del parlamentino (guidato dal centrodestra), con giustificazioni più o meno opinabili.
Il consigliere Pupi„ Bakra„ ha protestato con forza nell’ultima sessione, chiedendo che la richiesta fosse finalmente dibattuta e sottoposta a voto. Una richiesta inascoltata. Ora anche le bombe.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo