A Panzano le tele di Timmel. Ma il Comune di Monfalcone storce il naso VIDEO E FOTO

Museo della Cantieristica: le opere d’arte trasferite da una squadra di specialisti e assicurate per 220mila euro. A caccia di contributi la nuova amministrazione che pensa già a un’apertura a tempo
Bonaventura Monfalcone-22.02.2017 Lavori per il trasferimento delle tele di Timmel-CCM-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-22.02.2017 Lavori per il trasferimento delle tele di Timmel-CCM-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE Per Panzano è la Bellezza ritrovata. Tredici tele di Vito Timmel date per disperse nei bombardamenti bellici che rasero al suolo il teatro Euripide, poi riemerse, restaurate e infine messe a disposizione della collettività hanno fatto rientro a “casa”. Una giornata importante, caratterizzata però non solo da congiunture favorevoli, ma anche da serrate polemiche - sollevate dal sindaco di Monfalcone Anna Cisint e dall’assessore alla Cultura Michele Luise - sulla futura gestione del polo museale (il Muca - Museo della cantieristica) che farà da cornice alle inestimabili pitture.

 

Le tele di Timmel al Museo della Cantieristica di Monfalcone

 

C’è stata infatti, per l’attuale amministrazione, una «sottovalutazione delle problematicità» tale che a detta della stessa l’edificio di via Pisani stenta, allo stato attuale dei fondi, a sorreggersi sulle proprie gambe. Insomma, un progetto debole conseguente l’«approssimazione e inadeguatezza delle linee guida che hanno orientato la progettazione museografica» della precedente giunta e risalenti ancora al 2010.

 

 

Fin qui la politica. Poi la Bellezza, appunto. Uno staff specializzato nella protezione e trasloco di opere d’arte ha provveduto a trasferire il prezioso ciclo pittorico di Timmel, artista viennese e di adozione triestina. Un lavoro delicato, protrattosi fino al pomeriggio, che ha richiesto svariate ore di manodopera, per “disarmare” le tele dal luogo in cui fino a prima erano custodite, la Villa Vicentini Miniussi di Ronchi dei Legionari, sede del Consorzio culturale del Monfalconese (che per inciso è proprietario dei dipinti), e ricollocarla nel quartiere operaio. I tesori restaurati sono stati meticolosamente imballati per assicurare un trasporto via furgone il più possibile protetto, come prevede la legge.

L’intera procedura, svolta da tre addetti di una ditta incaricata dal Comune e giunta appositamente dalla capitale, è stata supervisionata da una restauratrice, nonché dal direttore del Ccm. La dozzina di opere, assicurate per un valore di 220mila euro, sarà valorizzata in una sala ad hoc ritagliata all’interno del Museo della cantieristica, peraltro arricchita da testimonianze e ricostruzioni virtuali che ai visitatori narreranno la storia delle tele. Tele fino al 2015 rimaste orfane del tredicesimo dipinto, “Franc e Francesca”, a chiusura del ciclo pittorico dedicato alle figure mitologiche, del teatro classico e alle maschere, poi ricongiuntosi alle “sorelle”.

Dunque mentre a Panzano si spacchettavano i quadri, in via Sant’Ambrogio Cisint e Luise convocavano la stampa per delineare «l’ennesima situazione drammatica, dopo le Terme» e relativa al Museo della cantieristica. Sotto tiro la «mancanza di un piano di sostenibilità economica idoneo a garantire l’apertura in forma continuativa del polo», i contenuti che «mostrano limiti incredibili sulla completezza dell’esposizione e sulla sua caratterizzazione» e l’«assenza di un piano di valorizzazione».

«La vecchia giunta - ha accusato - ha preso i fondi per realizzare il contenitore, ma non si è preoccupata né della funzione né dei contenuti o della gestione: ha previsto l’inaugurazione senza porsi il problema della funzionalità delle struttura».

Fermo restando che l’ente intende comunque aprire in primavera l’ex albergo operai, come intende risolvere le “grane”? «Ci sono tre vie percorribili - ha replicato il sindaco di Monfalcone -. In fase di assestamento, posto che la precedente giunta non si è attivata con la legge di stabilità regionale, chiederemo di essere inseriti nella Tabella L, riferita all’articolo 7 comma 12 della norma, per usufruire dei contributi riservati a questo genere di strutture. Inoltre abbiamo avuto un incontro la Fondazione Carigo per chiedere faccia la sua parte nell’appoggiare questa iniziativa che valorizza da un punto di vista artistico e culturale il territorio».

«Infine - ha concluso Cisint -, dovessero fallire le due azioni, penseremo a un progetto di organizzazione delle aperture in concomitanza con tutti gli eventi più importanti, per esempio la nautica. Cercheremo di “vendere” il Muca, in termini di promozione, in tutte le salse. Massimizzando le aperture in certi periodi». E in altri, nella peggiore delle ipotesi, il polo potrebbe restare chiuso.

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