A Dorina l’Oscar alla carriera del trucco: «Mi sento un’artigiana del make-up»
TRIESTE Quando il trucco c’è e si deve vedere per destare nel pubblico emozioni e impatto, anzi, dei veri effetti speciali. Chiedere a Dorina Forti, la truccatrice triestina insignita quest’anno del Premio alla Carriera tributato dalla Fondazione “Carlo Rambaldi”, l’organizzazione che opera e divulga nel segno del maestro degli effetti speciali in campo cinematografico, tre volte Oscar per pellicole culto come King Kong, Alien e soprattutto l’iconico E. T.
Più artigiana che artista, innamorata del suo lavoro e conscia del doversi reinventare continuamente in un lavoro “dietro le quinte” e che soffre l’incedere del virtuale a discapito della pura creazione, quella fatta di colori, materiali e precisione chirurgica. Il Premio “Rambaldi” - la cui cerimonia è in programma il 19 gennaio a Lamezia Terme - arriva dopo un percorso ultratrentennale, scandito dalla formazione a Roma e all’estero, sino all’approdo nei camerini della televisione, del teatro e del cinema, approcciandosi inizialmente con la gavetta del classico “trucco e parrucco”. Qui Dorina Forti ha modo di lavorare in contesti niente male come il festival di Sanremo, il Festival del Cinema di Venezia, alcuni concerti di Claudio Baglioni, videoclip interpretati da Pavarotti e in trasmissioni come Il cielo è sempre più blu a fianco di Panariello e Bruce Willis, Linea Blu e Ulisse.
Arrivano poi il cinema, le fiction e altri videoclip, dove si scivola verso un make-up più specialistico, quello degli effetti speciali basici, con il sangue che abbonda a corredo di lacerazioni, cicatrici e lividi. Tante esperienze e altrettanti gli episodi curiosi giocati sull’effetto simil “splatter” del lavoro di Dorina Forti. Come quella volta in una puntata di Ulisse legata alla rievocazioni dei fasti militari dei Romani, dove un “effetto speciale” creato dalla triestina, un dito troncato in due da un chiodo, si tramuta in uno scherzo atroce giocato all’ambulanza della Croce Rossa presente sul set, scesa in campo con medico e barella per soccorrere il figurante alla corte di Alberto Angela.
«Mi sento un’artigiana, ancor più che una artista – specifica Dorina Forti – ora molte cose si fanno al computer e l’arte del make-up per gli effetti speciali rischia di essere surrogato. Io invece voglio ancora formarmi e creare con materiali possibilmente naturali. Ed è quanto cerco di trasmettere ai miei allievi durante i miei laboratori, voglio che apprendano la tecnica per poi applicarla alla creatività».
Già, l’insegnamento. Altra tappa vitale nel percorso di Dorina e probabilmente il futuro, dote già sviluppata in ambito accademico con la cattedra di “Trucco Tv, cinema, moda e teatro” alla facoltà universitaria del Dams di Trieste, dal 2006 al 2014. Ora è tempo di riconoscimenti e il Premio “Carlo Rambaldi” corona la triestina che simula sangue, traumi e ferite ma che crede ancora nel valore della manualità e dell’artigianato dagli effetti unici e speciali. –
Riproduzione riservata © Il Piccolo