Villa Hausbrandt: il privato avanti da solo, sfuma l’intesa sul park

Serpelloni, socio di Rubino in Arcos, contesta la lentezza degli enti pubblici e decide di procedere autonomamente con la realizzazione degli appartamenti

Massimo Greco
Lasorte Trieste 08/08/22 - Miramare, Villa Hausbrandt
Lasorte Trieste 08/08/22 - Miramare, Villa Hausbrandt

TRIESTE. Colpo di scena. Come solo agosto sa fornire, quando all’improvviso scuote la sonnolenza indotta da calura e ferie.

L’operazione pubblico-privata destinata a realizzare un parcheggio al servizio di Miramare per i pullman nel parco di villa Hausbrandt, dopo un rodaggio durato due anni, è finita ancor prima di cominciare: il privato ha ritenuto di ritirarsi, avendo considerato che gli interlocutori pubblici (Regione, Comune, Miramare, Soprintendenza) fossero troppo lenti nell’assumere decisioni sul progetto.

Ne ha dato notizia, a seguire un articolo che annunciava la possibilità di definire un accordo di programma sull’infrastruttura, Mattia Antonio Serpelloni, leader dell’omonima, importante azienda edile veronese partner di Alfredo Rubino (hotel Duchi, Vis-à-vis, palazzo Pitteri) nella società Arcos, incaricata di costruire una decina di appartamenti una volta demolita la villa appartenuta a Roberto Hausbrandt alla soglia di Miramare.

La nota redatta dall’ingegner Serpelloni è molto chiara: la riunione svoltasi il 5 agosto in Soprintendenza, convocata per riprendere l’iniziativa su villa Hausbrandt, avrebbe invece visto gli enti pubblici senza la necessaria «unità di intendimenti» e senza «quelle inequivocabili convergenze» di cui l’imprenditore privato abbisogna per programmare gli interventi destinati a valorizzare l’area.

Onde incastrare tutti i tasselli (rotonda in Costiera, parking da 20-30 pullman, pedonalizzazione dal Bivio al Castello) Arcos aveva sospeso per un biennio il cantiere dedicato alle residenze private, cantiere peraltro già dotato delle varie autorizzazioni.

«Rispetto - scrive Serpelloni - dei sacrosanti aspetti paesaggistici e ambientali» ma anche «di quelli temporali ed economici».

Ragion per cui Arcos - conclude l’imprenditore veronese - prende atto delle esigenze degli enti «portatori di differenti interessi e pertanto di differenti reattività» ma rinuncia al percorso comune volto all’integrazione degli obiettivi aziendali con quelli pubblici.

Quindi proseguirà lungo la propria strada realizzando gli appartamenti progettati dallo studio triestino Metroarea (Tazio Di Pretoro, Giulio Paladini). Non è una chiusura definitiva alla collaborazione con i soggetti pubblici - commenta infine Serpelloni - ma se ne riparlerà solo quando le idee e i cronoprogrammi saranno chiari.

Per un curioso scherzo del destino nel giorno in cui (venerdì 5) il trevigiano Martino Zanetti, titolare della Hausbrandt, visitava palazzo Carciotti interessato a utilizzarlo, l’intesa su villa Hausbrandt entrava in crisi.

Epilogo in buona parte inatteso, perchè Comune e Soprintendenza, pur avendo avvertito una certa impazienza nell’imprenditore privato, non avrebbero immaginato che la spina venisse così repentinamente staccata.

Adesso (vedi articolo a lato) si vedrà se il filo negoziale è riavvolgibile in tempi stretti o se la sorte dell’operazione è momentaneamente segnata.

L’opportunità, da un punto di vista logistico e urbanistico, era attraente: si trattava di trasferire i pullman diretti al Castello nello spazio alle spalle di villa Hausbrandt, con ingresso dalla Costiera.

In questo modo la parte finale di viale Miramare, dal Bivio ai cancelli del Parco, sarebbe stata chiusa al traffico e riservata ai predoni. In tale contesto il privato avrebbe costruito una decina di appartamenti a gradoni mimetizzati nel verde: li farà lo stesso

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