Wiltord e Trezeguet Italia beffata proprio sul più bello
Euro 2000 è una delle edizioni più emozionanti e belle degli ultimi anni. L’incredibile epilogo che condanna l’Italia è un ricordo incancellabile per molti. I tifosi italiani non dimenticheranno facilmente gli ultimi sessanta secondi, per i transalpini fu festa grande. In tribuna stampa allo stadio di Rotterdam i giornalisti battono freneticamente sulle tastiere dei computer. C’è voglia di raccontare il trionfo ritrovato a Euro 2000. L’Italia non vince l'Europeo dal 1968, dalle prodezze di Giggirriva e Pietro Anastasi, quella volta che in finale a Roma c’era la Jugoslavia. Mancano pochi secondi alla conclusione della finale Italia-Francia e il gol di Marco Delvecchio sta lanciando l'Italia di Dino Zoff. A bordo campo hanno già messo i fiocchi verdi, bianchi e rossi alla coppa. Ma che fa l’arbitro, perché non fischia la fine? Perché questo recupero che pare infinito? Francesco Totti bloccato da un fuorigioco inesistente, Fabien Barthez, il portiere francese calcia l’ultima disperata punizione. Ma cosa fa Fabio Cannavaro? Perché non salta? Il pallone arriva a Sylvain Wiltord che lo addomestica e indovina un diagonale velenoso da posizione impossibile. Finì così – in beffa – il sogno azzurro del secondo titolo europeo. E già, perché quel gol al 94’ che ha riportò le squadre in parità, fu come una stilettata al cuore. Il colpo decisivo, l’ultima banderilla, fu in realtà quello di David Trezeguet, ai supplementari. All’epoca era ancora in vigore il golden gol: cioè chi segnava per primo vinceva e la partita si fermava. Questa stranissima regola fu abolita quattro anni dopo. Tutto questo consentì alla Francia di festeggiare di nuovo, due anni dopo il mondiale di Parigi. L’Italia si fermò invece a pochi secondi dalla felicità. Bandiere ripiegate, lacrime, disperazione per una vittoria che era ormai a portata di mano. Peccato. Era una bella squadra quella organizzata da Zoff, checché ne pensasse Silvio Berlusconi, allora presidente del Milan e leader di Forza Italia. Dopo la sconfitta criticò Zoff accusandolo di difensivismo esasperato. Lo fece con toni aspri, al limite della cattiveria. Il vecchio Dino non ce la fece a reggere un minuto di più: dimissioni immediate e irrevocabili. Era una squadra equilibrata, quella che andò a un passo dal trionfo: forte in difesa dove Paolo Maldini, Cannavaro e Alessandro Nesta davano solidità al reparto. Intelligente a centrocampo con Demetrio Albertini, Antonio Conte (fino all'infortunio) e Stefano Fiore.
Fantasiosa in avanti con Alessandro Del Piero (sottotono però nella finale) e Totti. L'eroe della spedizione in Belgio-Olanda fu però il portiere Francesco Toldo, l'uomo che abbattè la maledizione dei rigori che per un decennio aveva perseguitato gli azzurri: semifinali di Italia ’90 (vittoria dell'Argentina), finale a Usa '94 (battuti dal Brasile), quarti di Francia '98 (ko con la Francia).
Bene, Toldo quell’Europeo avrebbe dovuto viverlo da riserva, ma trovò spazio in extremis grazie all'infortunio di Gigi Buffon nell'ultima amichevole e visse la sua giornata di gloria il 29 giugno nella semifinale di Amsterdam con i padroni di casa dell'Olanda. Gli azzurri erano arrivati a quel punto con una certa disinvoltura. Nel girone avevano battuto la Turchia per 2-1 (gol di Conte e Filippo Inzaghi), il Belgio per 2-0 (Totti e Fiore) e la Svezia ancora per 2-1 con di Luigi Di Biagio e Del Piero. Nei quarti l'Italia aveva superato, con le prodezze di Totti e Inzaghi, anche la Romania. In semifinale a Amsterdam gli azzurri partirono discretamente ma dopo mezzora Gianluca Zambrotta si fece espellere per doppia ammonizione.
A quel punto l'Olanda aumentò la pressione e al 40' Nesta commise un fallo da rigore: sul dischetto Frank De Boer, ma Toldo cominciò il suo show parando il tiro del capitano olandese. A metà ripresa nuovo rigore, ma Patrick Kluivert calciò sul palo. Gli azzurri alzarono le barricate fino ai tempi supplementari senza correre rischi. Il capolavoro di Toldone arrivò ai rigori finali: bloccò il primo tiro di De Boer (ancora lui), vide volare sopra la traversa il pallone di Jaap Stam e bloccò anche la conclusione di Paul Bosvelt mentre Di Biagio, Gianluca Pessotto e Totti (col mitico “cucchiaio”) regalarono all'Italia la finale. Tutto perfetto fino a quei maledetti secondi finali, alla beffa di Wiltord e alla stilettata di Trezeguet.
Un finale davvero assurdo, incredibile, amarissimo. L’Italia, fortunata contro la nazionale olandese, aveva restituito tutto alla dea bendata in sessanta secondi. Il minuto più assurdo della storia del calcio italiano. (mi. spie.)
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