Volley femminile, per Simagas stop a Montecchio

Le vicentine regine indiscusse del campionato sbrigano la pratica in tre set. Il sestetto di Napolitano pieno di magagne battaglia solo in apertura di match
Di Andrea Triscoli

MONTECCHIO MAGGIORE. Al PalaCollodi non si passa. Non era certo questa la gara da vincere contro l'indiscussa regina del campionato, per una Libertas Simagas giunta nel vicentino con le magagne e le difficoltà del momento. Le Sorelle Ramonda sbrigano la pratica in tre parziali e firmano l'ennesimo 3-0 di stagione, l'ottavo su 13 incontri. La Libertas prova a battagliare almeno nel primo set, per poi scemare di livello e finire imbrigliata nei soliti errori e nelle lacune che stanno contraddistinguendo questa fase del torneo. Maggiore freschezza fisica, lucidità a rete e un entusiasmo che contagia tutta la città ed i presenti al Palasport: questi i fattori principali che stanno spingendo le venete verso l'obiettivo della A2.

In avvio Napolitano punta su Scabini opposta a Neri e la Poggi dentro fin dall'inizio: la Simagas sorprende le rivali e guida 4-8 in apertura, per tenere ben botta al secondo time-out sul 16-15. Le triestine restano ancora a galla sino al 20-17, per poi subire il break di 5-2 che manda le due formazioni al cambiocampo. Tutt'altra musica nei restanti due periodi: nel secondo il Ramonda apre le danze 8-2, e tiene sempre le redini del gioco sino al 16-8 e al 21-12, per poi gestire la chiusura del set. Quasi in fotocopia anche il resto della gara: è subito 8-1 per le sei di Bertolini, con Brutti e Marcolina in doppia cifra, migliori realizzatrici di serata.

Sulla sponda giuliana pesa certo il divario a muro (quasi dieci i block vincenti del Ramonda contro uno solo ospite), le ben 13 battute sbagliate e i numerosi errori che facilitano il successo del Montecchio. «La peggiore avversaria in un momento di difficoltà - ammette il presidente di Libertas , Marco Cocolo -, si sapeva che più di tanto contro il loro entusiasmo non si poteva fare. Peccato per un primo set giocato alla grande fino a metà, ma nel finale paghiamo sempre i nostri soliti peccati e le disattenzioni».

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