"Vogliamo Andretti tra i grandi Usa"

Lanciata una petizione negli Stati Uniti. "Io intanto vivo sui circuiti"
Mario Andretti
Mario Andretti

TRIESTE Era un ragazzo di Montona con la passione per i motori e che sfogava l’amore per la velocità sfidando il fratello Aldo in discese con i carretti. Presto potrebbe presto venir premiato tra i grandi degli Stati Uniti.
Presto, infatti, Mario Andretti, che il 28 febbraio compirà 75 anni, potrebbe aggiungere un altro riconoscimento a una vita che gli ha regalato un titolo mondiale in Formula Uno, lustri di trionfi negli Usa a cominciare dalla 500 miglia di Indianapolis, una fortunatissima attività imprenditoriale, l’orgoglio del patriarca di una dinastia di piloti, l’affetto dei montonesi che lo hanno voluto come sindaco del loro Comune in esilio. Già commendatore della Repubblica Italia, adesso Mario Andretti è candidato a una delle massime onorificenze concesse negli Stati Uniti, la Medaglia presidenziale della libertà.
Per farla ottenere ad Andretti è partita una autentica mobilitazione. L’iniziativa è promossa da un suo tifoso, Jim Knipe, e in breve ha raccolto molte firme. Ne servono 100mila da raccogliere entro il 12 marzo 2015 per sottoporre la richiesta alla Casa Bianca che intanto ha pubblicato sul sito governativo i primi riscontri.
Oltre che tra gli appassionati di automobilismo, la petizione si sta diffondendo anche tra i tanti istriani che sono emigrati dall’altra parte dell’Oceano. Andretti premiato da Obama sarebbe un’altra tappa di un sogno americano che si è concretizzato.
Una corsa alla firma che pare non turbare più di tanto un solo personaggio. Lo stesso Andretti, naturalmente. Dal buen retiro di Nazareth minimizza.
«La richiesta è nata da un mio fan. Non ne sapevo niente, resto alla finestra e aspetto di vedere come andrà a finire...»
Nell’albo d’oro dei premiati ci sono nomi come Muhammad Alì, Jesse Owens, Joe Di Maggio.
I miti dello sport statunitense. E poi statisti e artisti. Tutti quelli che - spiega la motivazione - danno lustro al nome degli Usa nel mondo.

Certo, sarebbe un momento bellissimo. Ma non posso far altre che attendere. E nell’attesa di roba da fare ce n’è.
Una famiglia che si arricchisce di nipotini, l’attività sportiva che non conosce soste. Nemmeno a 75 anni.
E chi si ferma...Da qualche anno sono coinvolto nella stagione delle biposto. Le gare stanno per iniziare. Recentemente ho parlato con i tecnici della Honda mentre preparavano le macchine. Mi guardavano un po’ così mentre li incalzavo gridando: “Più cavalli, voglio più cavalli”.
Una vita sempre a tutta velocità.
Sapete com’è...Lo faccio da una vita. Giro da un circuito dall’altro, mi invitano, mi chiedono consigli.
E lei ci va, su e giù per l’America.
Ci vado, sicuro. E mica solo in America.
C’è anche il tempo per una nuova visita a Montona?
Adesso no. Ma il contatto con la mia terra è continuo. Non potrei rinunciarvi: è troppo importante che anche le nuove generazioni sappiano della storia del mio paese. Bisogna conoscere quello che è successo nel passato, anche le pagine più dolorose, per riuscire a costruire un buon futuro.
Le scuderie della Formula Uno hanno già presentato i mezzi per la nuova stagione. La Ferrari riparte da Sebastian Vettel.
Lui può essere l’uomo giusto per rilanciare le Rosse ma lo era anche Alonso. È fondamentale che a Maranello continuino a lavorare. Nemmeno gli altri stanno a guardare e la Ferrari deve recuperare un bel po’ di terreno.
I primi test sul circuito di Jerez de las Frontera sembravano incoraggianti.
Siamo appena all’inizio, non si è corso nemmeno un Gran Premio ma stare davanti è sempre meglio che rincorrere, no? Fa bene al morale. Speriamo bene. Vettel è un pilota di grande valore, con Raikkonen può formare davvero una bella coppia. Ma..
Ma?
Ma a me piaceva anche Fernando. Alonso è un asso. Sono convinto che alla McLaren sarà felice e potrà fare buone cose.
 

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