Vivil in trasferta contro l’Est Volley Ma a Villa Vicentina chiude la palestra

V.VICENTINA
Una Villadies Farmaderbe particolarmente motivata affronta oggi in trasferta l’Est Volley nella gara della terzultima giornata di quella che dovrebbe essere la prima fase del campionato stando a quanto stabilito a livello nazionale della Federazione italiana pallavolo.
Un campionato sul quale piomba l’ufficialità dell’ultima ordinanza comunale nella quale si evidenzia come «vista l’emergenza epidemiologica da Covid 19 il Sindaco dispone la chiusura degli impianti sportivi sia di Fiumicello sia di Villa Vicentina».
Una ordinaza cui dovrebbe seguire per logica conseguenza la chiusura degli altri impianti similari. Il tutto quindi porta a pensare che sarà molto difficile che il campionato possa continuare stando anche alle gare da recuperare dato il rinvio nella scorsa giornata di molte partite soprattutto nelle in tre regioni: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
Ciò detto torniamo alla gara odierna che è regolarmente in programma e che vede molto su di giri diverse atlete in bianconero, in primis capitan Petejan, il libero Sioni e la banda Pittioni, le quali anche se in tempi diversi e per diversi motivi, diedero luogo alla diaspora che le portò a vestire la maglia delle avversarie odierne.
Ragion per cui più che comprensibile la rivalità che può certamente dar vita ad una gara intensamente combattuta e battagliata aperta, come si spera in casa Villadies, ad ogni risultato, soprattutto di dare i primi punti in classifica alle vicentiniane.
C’è comunque da ricordare che la scorsa giornata le atlete di San Giovanni ebbero la meglio sul campo delle atlete del capoluogo, il Rizzi superandole al termine di cinque set, molto combattuti e ben giocati.
Da parte loro le Villadies, pur battute in casa dall’imbattuto Blue Team, hanno sfiorato la conquista di almeno un punto. Questo il commento di coach Mordut: «Cercheremo di buttarci tutto alle spalle, pur alle prese con postumi dell’emergenza di alcune pedine importanti e di ritrovare il ritmo e gli automatismi che ci erano abituali». —
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