Unione, per la A bisogna spendere 20 milioni

La Triestina potrebbe ricavare dagli 8 ai 10 milioni dalla cessione di Granoche all’Espanol
TRIESTE
«Ci sono solo due strade per arrivare in serie A. O si prende il meglio che c’è sul mercato senza badare a spese oppure bisogna costruire una squadra competitiva per gradi inserendo ogni anno qualche pezzo buono come il primo Chievo o come sta facendo l’AlbinoLeffe». Il direttore sportivo della Triestina Totò De Falco conosce bene la strada che porta verso l’Olimpo calcistico ma sa anche che bisogna dotarsi di una costosa attrezzatura. Il progetto di rilancio della Triestina presentato la scorsa settimana da Stefano Fantinel ai rappresentanti istituzionali cittadini ha inevitabilmente scatenato nuovi appetiti. I tifosi alabardati, che hanno perso l’ultimo tram della serie A nel ’59, hanno ricominciato a sognare ad occhi chiusi. Un programma che ha fatto rizzare le antenne agli stessi giocatori, al capitano Riccardo Allegretti in primis il quale però chiede a Fantinel di essere più esplicito sui progetti per il prossimo anno.


Il presidente alabardato per ora antepone all’obiettivo della serie A il progetto sinergico che dovrebbe crearsi attorno all’universo dell’Unione per il semplice motivo che la società conta di trovare dentro il progetto, con l’appoggio delle istituzioni e di alcune aziende locali, le risorse per fare lo squadrone. La A con i soldi degli altri? In realtà Fantinel sostiene di aver già dato quando ha salvato la società dal fallimento risistemando i conti e rifacendo la squadra. Adesso vuole fare sistema.


I COSTI
Ma quanto può costare un progetto per la A? Il Bologna, che è secondo in classifica, ques’anno avrà costi complessivi di gestione per venti milioni di euro ed è più o meno questa la cifra da sborsare per avere tutto e subito, peraltro senza alcuna garanzia. Alla Triestina, invece, lo scorso campionato è costato circa 7,5 milioni ma grazie ai soldi introitati dai diritti tivù (1,350 da Sky e 1,250 dalla Rai) l’Unione aveva chiuso con un utile di quasi un milione. Utile che le permetterà di «parare» meglio la perdita (circa 500 mila euro) di questa stagione in cui non ha preso un euro dalla pay-tv.


LA SOCIETÀ
Il club alabardato ha solide basi economiche: zero debiti, stipendi pagati con regolarità e nessuna segnalazione dalla Covisoc (l’organo di controllo sui bilanci). Per il prossimo anno gli azionisti hanno messo in preventivo di alzare leggermente il budget, anche l’Acegas dovrebbe starci. Ma senza la cessione di Granoche, la Triestina non arriverebbe mai a quelle cifre stanziate dal Bologna e probabilmente anche dal Lecce.


GRANOCHE
Esiste però anche una terza via per approdare in serie A e si chiama proprio Pablo Granoche che per la Triestina sta diventando l’affare del secolo. Venti gol nella prima stagione di B (e il campionato non è finito) valgono un capitale sul mercato. La scorsa settimana il quotidiano spagnolo «As» parlava del centravanti uruguiano come possibile rinforzo per l’attacco dell’Espanol. La quotazione, secondo gli operatori di mercato, è da capogiro: va dagli 8 ai 10 mlioni di euro. Investendo questo denaro Fantinel potrebbe allestire la squadra dei sogni. Tanto è scontato che a fine anno Pablo se ne andrà, altrimenti la Triestina sarà costretta a triplicargli l’ingaggio. Se lo vende in Italia quelle cifre può scordarsele.


LA SQUADRA
L’Alabarda ha una buona intelaiatura su cui poter costruire una formazione più competitiva. A prescindere dalle situazioni contrattuali, Dei, Minelli (da riscattare), Rizzi (anche lui in prestito), Allegretti, Princivalli, Gorgone, Testini, Tabbiani, Sgrigna, Della Rocca è tutta gente che può fare ancora comodo. Ma la Triestina ha in giro per l’Italia anche Gegè Rossi, Graffiedi, Eliakwu, Agazzi, Pippi.


COSA MANCA
La difesa è ancora da risistemare. Manca un terzino destro di ruolo, ancora un centrale veloce di qualità, un buon mancino, un’alternativa in mediana, un esterno destro capace di saltare l’uomo e un’altra punta dal gol facile se andrà via Granoche. De Falco in questi giorni era in Belgio e in Olanda a vedere alcuni giocatori per il prossimo anno. E’ tornato con una lista lunga così.

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