Unione e basket, vietato fare paragoni con la scorsa stagione

TRIESTE. Non perde tempo la Palla di Cristallo e prima che la stagione 2019/20 entri nel vivo, mette come si suol dire le mani avanti, prevedendo un’annata emozionante ma anche non facile, per le squadre più amate. Pur affrettandosi ad aggiungere che per questo non è che sarà meno appassionante e divertente della precedente, anzi.
E che non sarà poi automatico arrivare fino all’ultima curva nel calcio o rigiocarsi i play-off nel basket l’avevamo capito da bel principio, trovando conferme strada facendo nel non semplice avvio alabardato e nella pre-season baskettara. Come dobbiamo allora interpretare il futuro letto dalla Palla? Iniziando dall’evitare paragoni con i campionati della stagione passata. Aver visto svanire la serie B nell’ultima mezz’ora di campionato non significa avere un credito per il torneo di C appena iniziato. Per quanto riguarda il basket devono restar scolpite le parole di coach Eugenio: «Non facciamo paragoni con la squadra dello scorso anno». Ed ha perfettamente ragione. Quella al via è stata costruita con un budget di spesa che è forse poco più di un quarto di quanto a disposizione in passato grazie alla cassaforte Alma…
Di eccesso d’austerity non può invece essere accusata la Triestina: che si è rinnovata, all’insegna della continuità, specialmente tecnica. E la Palla si iscrive perciò al partito di chi sostiene che a Pavanel vada concesso il giusto tempo, dopo l’avvio da tripla al Totocalcio, 1 X 2. I ritocchi all’undici giunto secondo lo scorso anno inseguono la logica di una crescita senza rivoluzioni: per queste sarebbe servito ancor più tempo e se non si vuole una partenza ad handicap la strada intrapresa pare la più corretta e la meno avventurosa. Aggiungiamo la banalità nel sostenere che già Cesena può essere una prima cartina di tornasole dopo l’anomala partita di domenica scorsa, giocata… in apnea.
Tra i canestri limitiamoci per ora noi ad applaudire chi di solito applaude, vale a dire il pubblico: che ha sottoscritto un contratto di fedeltà al buio. Non sono arrivati, né potevano arrivare, crack. Ma c’è una squadra di gente seria, che ricorda tanto quella che prese la rincorsa scalando una montagna, partendo dagli ultimi gradini della A2. Una squadra che suscita simpatia e che farà fatica, ma pare destinata a crescere; che dovrà mettere al primo posto il traguardo di una salvezza senza troppi patemi e solo più avanti concedersi caso mai il lusso di sognare qualcosa più grande. Dietro il “non fate paragoni” dell’allenatore c’è tutto questo. Ma con quello che ha passato negli anni la Trieste del basket, un pizzico di buon senso il “muro rosso” non faticherà a tirarlo fuori.
P.S. All’insegna di un generico… “parliamone”, la Palla si firma con un indirizzo e-mail, che significa un dialogo aperto con gli amici lettori. Attendo spunti e suggerimenti. Buoni campionati… a tutti voi!
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