Un «no» blocca l’operazione Sanchez

di Guido Barella
TRIESTE
Nel giorno in cui il calcio spagnolo scopre di essere sull’orlo della bancarotta, sommerso da circa 4 miliardi di debiti (e 21 club di prima e seconda divisione - la A e la B spagnole - hanno già fatto ricorso alla legge che consente di sospendere o dilazionare il pagamento dei debiti senza essere dichiarati in fallimento), anche il passaggio di Sanchez al Barcellona incontra un nuovo improvviso stop.
TELENOVELA SANCHEZ
E’ ormai diventata la telenovela di questo mercato estivo, ma questa operazione sembra essere improvvisamente diventata molto, ma molto più difficile. Perché? Semplice: a Jeffren Suarez - ovvero la contropartita tecnica annunciata, accompagnata da un importante numero di milioni - non gliene frega proprio niente dell’Udinese. «No me gusta» ha dichiarato il giocatore originario delle Canarie a una catena radiofonica spagnola, aggiungendo che «dopo 7 anni (durante i quali è cresciuto nel Barça, ndr) ho un sogno, che è vincere, trionfare, e invece se vado all’Udinese non lo potrò realizzare». Suarez, ora impegnato nell’Europeo under 21, ha anche aggiunto che non vede l’ora di tornare a Barcellona e incontrare Guardiola per capire come stanno davvero le cose.
Intanto Sanchez, che aveva annunciato a mezzo mondo di essere sul piede di partenza destinazione Barcellona per la firma del contratto ha al momento deciso di rinviare il volo. Sembrava che l’operazione si potesse fare sulla base di 27 milioni di euro più altri 10 legati agli obiettivi che il club catalano poneva e più il cartellino di Jeffren Suarez, che però, appunto, ora avrebbe puntato i piedi dicendo di no. Aggiungiamoci pure che Pozzo continua ad alzare il prezzo ed ecco spiegato il blocco alla trattativa, che avrebbe dovuto portare anche alcuni giocatori minori al Granada, il club dei Pozzo, neo promosso nella Liga.
VILLAS BOAS A LONDRA
E allora ecco che la notizia del giorno è l’addio di Andrè Villas Boas al Porto: non per raggiungere Milano però, come sognava l’Inter, ma per Londra, sponda Chelsea (anche se manca ancora l’annuncio ufficiale). Insomma, quello che Moratti non se l’è sentita di fare (pagare 15 milioni di euro per la rescissione del contratto del 33enne tecnico con i biancoblu portoghesi), l’avrebbe invece fatto Abramovich, che poi pagherà uno stipendio di qualcosa come 15 milioni di euro in tre anni.
L’INTER IN... PANCHINA
E così l’Inter resta a guardare. Capello blindato dalla federcalcio inglese, Villa Boas a Londra, e a Milano? Ieri sera il direttore dell’area tecnica Marco Branca e il direttore sportivo Piero Ausilio si sono recati negli uffici della Saras per fare il punto con il presidente dell’Inter Massimo Moratti sugli sviluppi delle trattative per definire il successore di Leonardo sulla panchina nerazzurra. In precedenza era stato l’ex allenatore del Genoa Gian Piero Gasperini mentre starebbe prendendo corpo anche la candidatura di Guus Hiddink, che ha un contratto fino al 2012 da ct della Turchia.
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