Ufm Monfalcone, il giorno dell’addio

MONFALCONE. La gita è finita. Il cuore biancazzurro continuerà a battere anche nelle categorie inferiori, ma sparisce dalle carte geografiche del Triveneto quella simpatica e stimata realtà che nell'ultima stagione agonistica ha saputo portare in alto il nome di Monfalcone. Dalla serie D a chissà dove, la dirigenza (fuori corso da qualche giorno) non è riuscita a trovare nemmeno nelle ultimissime ore utili quell'appoggio esterno vanamente invocato con tutte le proprie forze.
«Le abbiamo provate tutte, fino alle 15.30, fino a un paio d'ore o poco più dal termine ultimo. Ci siamo illusi - spiega con le lacrime agli occhi Andrea Brugnolo - di poter portare avanti un discorso davanti al quale abbiamo riscontrato un totale disinteresse, abbiamo provato a costruire qualcosa di utile per Monfalcone pure in un momento di difficoltà ma niente, oltre al piccolo orticello sotto la Rocca non sembrano esserci ulteriori spiragli, mire più ambiziose».
Dal 2011, anno della fusione tra le due massime realtà calcistiche cittadine (Monfalcone e Fincantieri), la nascita dell'Ufm era stata vista alla stregua di un'opportunità irrinunciabile, inizio di un nuovo ciclo nel quale un po' tutti sembravano creders. Parole, parole, parole, soltanto parole.
«Tutto era perfetto, tutto magnifico, tutti erano pronti a dare una mano, cinquecento persone disposte ad aiutarci, un'amministrazione pronta quantomeno a non metterci i bastoni tra le ruote. Niente di tutto questo, il fatto che nessuno si sia preso la briga di perdere venti minuti, anche al telefono, per capire cosa stava accadendo, la dice tutta. Siamo stati in pochissimi - Brugnolo si riferisce a Visintin, Lugli, Santoro e pochi altri - a metterci sempre la faccia, nel bene e nel male. Abbiamo coinvolto la tifoseria che, specie nelle ultime stagioni, si è immedesimata nei propri beniamini trasmettendo e ricevendo un entusiasmo incredibile. Abbiamo cercato di tirare via dalla strada tanti ragazzini portandoli verso i campi di gioco: sebbene talvolta abbiamo trascurato il vivaio per il bene della prima squadra - Brugnolo riconosce le proprie colpe -, l'abbiamo fatto per dare continuità ad un progetto globale, quello di mantenere il calcio monfalconese a certi livelli».
Si ripartirà proprio da lì, categoria più, categoria meno? «L'unica certezza, l'unico vero sponsor per l'Ufm dovrà essere il vivaio. Nonostante la rinuncia alla D non abbiamo perso la matricola, le squadre giovanili manterranno le categorie di competenza. E poi ci sono quelle risorse umane che nessuno potrà mai toglierci ossia quelli che amano veramente l'Ufm, i tifosi, i simpatizzanti, e tutti quelli che hanno operato con noi. Sono rimasto stupito dall'attaccamento di Zanuttig e i giocatori, a loro posso dire solo grazie».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo