Tutte in barca con Anny Sono loro le Divissime

Le mogli, compagne, fidanzate dei più conosciuti velisti triestini si sono ritrovate sulla specialissima barca della mamma di Stefano Spangaro

di Francesca Capodanno

TRIESTE

I velisti, si sa, sono maschilisti. Soprattutto quelli professionisti. Quelli che vanno in regata tutto l'anno, e lasciano le mogli a casa a preparare loro la valigia, asciugare le cerate e dividerle per sponsor e armatore. Quelli che al telefono non rispondono, perché sono in regata. Ma questa volta no. Questa volta, in Barcolana, non è andata così, almeno a bordo del Divissima di Annamaria Zafred, in arte Anny, semplicemente la mamma di Stefano Spangaro, uno dei velisti barcolani doc.

Anny di Barcolane ne ha fatte più di 35, ma la 43.maa non se la dimenticherà facilmente. Per una strana concomitanza (anche parecchio alcolica, perché capitata alla magistrale festa di compleanno di Stefano Spangaro, le cui foto stanno facendo il giro del mondo via facebook), dal nulla si è creato l'equipaggio delle mogli/compagne/fidanzate, non qualsiasi. Bressani non ha partecipato alla Barcolana? La moglie Lorenza Priamo è stata arruolata dal Divissima; Vasco Vascotto era a PortoCervo? Sul Divissima c'era la sua compagna, Giada Pilastro, e stesso vale per la fidanzata di Nicola Pilastro, Jessica Cergol, per la moglie di Giorgio Martin, Alessandra Boatto, per Elisa Pacorini, moglie di Furio Benussi, e per Florinda Campion, moglie di Alessandro Linussi, tutti super velisti. Tutti abbandonati dalle mogli, in occasione della Barcolana. Due uomini, in barca, sono saliti: Berto “pompier”, con una spettacolare maglietta dedicata alla sua concezione dell'universo femminile, e Achille Onorato, il figlio maggiore dello skipper e imprenditore napoletano Vincenzo Onorato, alla sua prima (e indimenticabile) Barcolana e ancora due outsider, Ondina Pini e Simona Bellobuono, una reporter che ha filmato tutto, e che potrebbe adesso costruire una enciclopedia sulla vera triestinità della Barcolana.

Fin qui la premessa, prima dell'appuntamento davanti a Pipolo alle 8 di domenica mattina: dove le più modaiole dell'equipaggio non rinunciano a capelli in piega e a borsette da prima del Verdi. Anny ha la sua Divissima ormeggiata inesorabilmente nel porticciolo di Barcola (e dove, altrimenti?) dal quale si esce in retromarcia. Anny parla solo triestino, e prepara il timoniere Onorato jr, napoletan-romano che vive a Milano, sui rudimenti della partenza in Barcolana: se fa “a bissaboba”, ovvero andando a zig zag. La pressione sale, la randa scende fino alla prima mano di terzaroli, si ride e si tenta di parare le collisioni con i parabordi: nel prepartenza uno stremito Furio Benussi, al timone di TuttaTrieste, scuote la testa nel vedere la moglie in quel pozzetto e si dice abbia mormorato un sommesso «Ma dove andè...»

Al momento del via, rigorosamente mure sinistre, con Anny che riporta marinareschi improperi in locale idioma, iniziano a suonare i telefoni: il primo è Bressani, che prova a dar consigli su andature e randa, il secondo è Vascotto, ma la moglie risponde «Semo in boa», e lo zittisce. Il povero Vascotto, nei prossimi giorni, sarà costretto a mangiare tanti salumi: Giada, la sua compagna, addetta alla cambusa,ha portato pane e birrette in barca, ma il companatico l'ha lasciato in frigo, così il bel Vascotto è servito.

Tornando alla regata: alle 3 del pomeriggio, con il maestrale, le divissime hanno chiuso la loro spettacolare Barcolana intorno al settecentesimo posto. I mariti locali aspettavano al parapetto, con nonchalance. Le signore hanno salutato con la mano, e sono andate ad ormeggiare.

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