Triestina, trittico superato bene con un’ultima frenata: Gautieri può provare qualche nuovo assetto

Con due settimane “tipo” c’è spazio per alternative al 4-3-3 per valorizzare i due bomber e i centrocampisti
I centrocampisti Giuseppe Rizzo e Daniele Giorico dighe del centrocampo alabardato
I centrocampisti Giuseppe Rizzo e Daniele Giorico dighe del centrocampo alabardato

TRIESTE Il trittico di partite che un calendario scellerato ha imposto alle squadre è passato. Chi dieci giorni fa non avrebbe messo la firma in casa Triestina sul risultato di ottenere 7 punti? Gautieri assieme a tutto il gruppo ce l’ha fatta. E l’obiettivo è ancora più prezioso perché è stato raggiunto in mezzo a una moltitudine di infortuni e ai primi casi Covid in casa alabardata. È una situazione anche umanamente non facile da gestire ma che non ha intaccato l’identità di un gruppo che è stato sempre sul pezzo e anche con sprazzi di gioco ben organizzato. Domenica è mancata la classica ciliegina con il pareggio casalingo con la Virtus Verona che ha di fatto impedito all’Unione di mettersi in vetta alla classifica. Perché fa male prendere il gol del pareggio a dieci minuti dalla fine e anche non riuscire a organizzare una reazione. Non solo per la stanchezza comprensibile degli uomini in campo ma anche per delle scelte nei cambi che potevano essere diverse.

Ad ogni modo sono tanti gli aspetti positivi di questa intensa settimana e di questo avvio di stagione: si è vista una Triestina tosta e di carattere, una squadra cresciuta e parecchio specie a centrocampo con l’innesto di Calvano e comunque capace di restare a un’incollatura dalle due prime della classe Padova e Südtirol. Ma ora che il momento delicato è alle spalle (nella speranza che gli episodi legati al Covid e gli infortuni in serie diano una tregua in casa alabardata) e con davanti due settimane “tipo” il tecnico può pensare di provare qualche nuovo assetto tattico in alternativa al 4-3-3 più collaudato. Carmine Gautieri al termine del ritiro di Ravascletto a metà settembre era stato esplicito: «Certo, il modulo base resta il 4-3-3, ma stiamo lavorando anche su altri sistemi di gioco. Ad esempio, anche con il 4-1-3-2 o il 4-4-2. Resto dell’idea che bisogna saper fare vari moduli, giocare con vari sistemi ed essere bravi anche a cambiare in partita». Dribblata (ma non ancora superata) l’emergenza si tratta di fare un ragionamento. Il gioco con una prima linea da tre uomini implica l’utilizzo di due esterni che dopo un’ora di gioco hanno bisogno di rifiatare. Il tecnico al momento di ruolo ha il solo Petrella (con Sarno malconcio e Procaccio ai box per tanto tempo) con Mensah che deve riprendere confidenza dopo un lungo stop. Per contro l’Unione ha due punte Litteri e Gomez che hanno realizzato quasi tutti i pochi gol (solo 7) messi a segno e con il bravissimo Guido sacrificato da laterale sinistro.

Non solo ma in panchina c’è Pablo Granoche che nella seconda parte della partita può diventare utile se non decisivo. E ancora la rosa ha tanti centrocampisti di valore e altri se ne aggiungeranno (Boultam presto e più avanti Paulinho). Vien da sè che provare un assetto, anche nell’arco della partita, con un trequartista ha la sua logica. Alle spalle dell’insostituibile tandem d’attacco ci sarebbero le opzioni più offensive Petrella e Sarno (in attesa di Procaccio), o quelle più prudenti magari con un Giorico (per fare un nome) alle spalle delle punte. Potrebbe trarne beneficio anche Lodi che con meno assilli può distribuire palloni più puliti e con maggior continuità. È solo un’idea perché poi sono il mister e il suo staff a sapere meglio di tutti cosa e come fare. Ma quest’anno l’organico è completo e di alto livello. Se si riescono a sfruttare al massimo tutte le potenzialità dei singoli senza alterare gli equilibri già trovati si può arrivare molto in alto. E sarebbe un delitto non provarci.

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