Triestina con troppe pause Tra alti e bassi si perde quota
Gautieri deve trovare la quadra. Ligi e Boultam “negativi”
TRIESTE La premessa è che uscire sconfitti da Turina ci può stare. La Feralpi di Pavanel è una squadra di livello soprattutto dalla cintola in su e sul suo campo finora ha vinto cinque partite su sei. E a questo c’è da aggiungere che non è certamente agevole per il tecnico Gautieri e il suo staff gestire preparazione e partita dovendo fare i conti con una decina di assenze. Sitiazione destinata a migliorare con il recupero di Ligi e Boultam da ieri negativizzati. Non ci sta invece, sempre per riflettere sul risultato, che la Triestina abbia perso una partita di fatto dominata, dopo la pur grave sbandata iniziale, e che probabilmente con un penalty clamoroso non dato a suo favore sarebbe finita in parità. Per quanto visto in campo il punto sarebbe stato più equo. Ma così va il calcio, specie quello di serie C, e talvolta in futuro la bilancia penderà dalla parte dell’Unione.
Rispetto poi alle tre prove precedenti la ripresa è stata tra le migliori disputate finora dalla squadra e ha cancellato le perplessità sulla tenuta psico-fisica dei giocatori risparmiati da infortuni e virus. Per quanto concerne la prestazione, e su questo è chiamato in causa l’allenatore e il suo staff, non si può non sottolineare il peso del black-out iniziale che ha coinvolto la maggioranza degli elementi in campo. Un’altra volta, dopo la gara con il Matelica e soprattutto quella con il Legnago, in avvio la Triestina ha sofferto più del lecito il pressing alto della Feralpi. È vero che i padroni di casa non hanno creato quasi nulla e hanno capitalizzato il loro buon lavoro grazie a errori individuali degli alabardati. Basti pensare al primo gol con il bravo Capela (la frattura del setto nasale non è indifferente) che non è saltato sul corner aprendo la strada alla conclusione non irresistibile di Scarsella. E poi il raddoppio è arrivato su un infortunio di Offredi. Per non parlare dei palloni persi in sequenza da Brivio o dagli appoggi imprecisi di Maracchi o Rizzo. L’incapacità di gestire con ordine l’avvio di gara tuttavia è un problema in capo al tecnico. Perché i fatti messi in sequenza indicano una Triestina modello “coperta corta”. Quando la partenza è attenta e intensa poi ci si trova di fronte a una seconda parte della gara troppo soft, se invece l’avvio è sofferto nel resto della gara la squadra cresce anche se manca di incisività in attacco. E domenica sera le assenze di Litteri,Granoche e anche Sarno hanno avuto un peso.
La capacità di reagire sia da un match all’altro che nell’arco dello stesso incontro è indice di un gruppo in grado di riassestarsi sulle indicazioni del suo tecnico. Ma gli strappi nel rendimento condizionano la continuità che è la caratteristica di chi ha ambizioni di restare stabilmente tra le big del girone. Per un motivo o per l’altro questa squadra non è ancora riuscita a dimostrarsi affidabile e con un’identità durevole. Insomma non è da primato anche se, nonostante le traversie, è ancora nel gruppone di testa soprattutto se saprà sfruttare il prossimo turno casalingo di domenica con la Fermana (anticipata alle ore 14) e il recupero del 25 novembre a Gubbio. Poi si potrà tirare una linea. Perché il tecnico avrà di nuovo a disposizione (Covid permettendo) la rosa quasi al completo in attesa dei lungodegenti Procaccio e Paulinho. Ogni bilancio, ogni riflessione, in capo alla società e allo staff sarebbe prematuro e fuorviante. E poi perché da dicembre in poi, a meno di stop al campionato, la Triestina si troverà a confrontarsi con tutte le avversarie più agguerrite del girone: Carpi, Sambenedettese, Padova, Perugia e Sudtirol. Questa squadra ha ancora grandi margini di crescita grazie anche al mercato chiuso un mese fa da Milanese. Basta lavorare in serenità e senza farsi prendere dall’ansia.
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