Triestina calcio, parla il tecnico Bucchi: «Abbiamo ritrovato lo spirito di squadra. Ora ci serve maggior qualità»

Il tecnico alabardato mette in rilievo l’intensità della prestazione  della sua formazione con l’obiettivo di interrompere il trend negativo

Guido Roberti

IL DOPO PARTITA

/ Bergamo

Le sabbie mobili di un 2022 finora avaro di vittorie sono state per ora saltate. Il punto a Zanica potrà non soddisfare appieno ma il tecnico Bucchi da questa trasferta chiedeva fermamente una cosa, ritrovare la sua squadra, plasmata da luglio a dicembre. In questo il tecnico intervenuto a fine gara si è detto rinfrancato. «Dal punto di vista caratteriale la squadra mi ha dato un segnale. Venivamo da un periodo brutto, con le ultime due-tre partite affatto belle e nelle quali avevamo smarrito lo spirito operaio e umile che ci aveva contraddistinto. Nelle ultime partite questo spirito non si era visto e sono certo che non si sia trattato di stanchezza. Oggi volevo una squadra che combattesse e si compattasse, una squadra tosta. Volevamo la vittoria, purtroppo siamo stati dei polli perché non abbiamo concesso occasioni da gol eppure abbiamo preso gol». Un gol che lascia rammarico. «Dobbiamo lavorare tanto suo dettagli ma oggi c’è un punto di partenza, lo spirito. A questo dobbiamo aggiungere soluzioni di maggior qualità nel gioco. Abbiamo trovato belle combinazioni, ad esempio grazie ad Ala Myllymaki che ci ha portato freschezza. E poi dovevo valutare ragazzi che erano fuori da mesi come Galazzi, Calvano, Petrella. Con quattro giocatori sull’undici titolare ancora non al top della condizione, fare questa partita, ci lascia ben sperare».

Il 4-4-2 una idea da portare avanti con questa rosa?

«Dopo la partita con la Pro Sesto avevamo scaricato un po’ la testa due giorni, poi ne abbiamo avuti quattro per preparare questa. Io non credo che questa squadra possa avere un sistema di gioco solo. Abbiamo tanti interpreti bravi e io devo essere bravo a non mettere il modulo al centro ma individuarlo sulle caratteristiche dei giocatori».

Si poteva osare di più nel finale?

«Dopo il periodo che avevamo alle spalle, era corretto avere paura, dalla paura ci vengono fuori il coraggio e la voglia di reagire. Venivamo da delle scoppole. Non siamo stati bravi sulla prima giocata dopo la riconquista della palla e quando arriviamo al limite dell’area, su quattro-cinque situazioni dobbiamo inquadrare la porta e invece abbiamo sempre calciato fuori. Situazioni che dobbiamo migliorare».

Galazzi terzino, un esperimento che ha convinto?

«Era in dubbio fino a giovedì, stiamo lavorando con lui su questa idea che avevo già a dicembre. Per me lui può avere un grandissimo futuro da terzino perchè è un giocatore che ha struttura, velocità, tecnica, gamba. Un terzino sinistro così è una rarità, lui ha sposato l’idea e sono contento che al rientro abbia fatto una settantina di minuti».

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