La Triestina calcio rimane aggrappata all’impresa salvezza
Il messaggio forte che voleva Tesser dalla squadra si è concretizzato in casa del Renate: l’obiettivo della permanenza di categoria senza playout resta ancora aperto e passa anche per due derby

Domenica sera il volto di Tesser nella sala stampa del Mino Favini era disteso, come non lo si era visto nemmeno al termine delle quattro vittorie consecutive. L’aver vinto una partita determinante per il rush finale giocando da squadra di C è stata una vittoria per l’allenatore di Montebelluna. «Serve una segnale forte», aveva detto il tecnico alla vigilia della partita e quel segnale è arrivato.
Perché solo con l’umiltà e la determinazione la Triestina poteva tentare di fare il colpo a Meda. Poi ci vogliono gli episodi. Se il Renate avesse messo dentro una delle due-tre occasioni clamorose costruite nei primi 20’ oggi si parlerebbe del solito approccio molle visto a Zanica e Gorgonzola. Nella ripresa l’episodio perfetto è arrivato con il colpo di testa su punizione di Ionita arrivato in un momento letale (a 15’ dalla fine) della gara. Ma gli episodi una squadra deve anche costruirseli e l’Unione domenica pomeriggio è stata capace di farlo.
E così la Triestina, grazie ai tre punti intascati, resta aggrappata all’obiettivo dell’impresa delle imprese: cioè di ottenere la salvezza senza i playout. Si perché è bene non dimenticare che la prima impresa è già stata compiuta. Tesser proprio domenica ha tagliato il traguardo delle 19 partite (quelle di un girone) raccogliendo la bellezza di 34 punti. Insomma il rendimento, nonostante la flessione delle ultime partite, è da podio se rapportato a un intero campionato. L’avventura era partita da quota 6 e sul più bello è arrivata la mazzata della penalizzazione. Per chi fosse animato da pensieri scettici è bene rammentare da quanto indietro sia partita questa squadra.

I tifosi, e questo è il fatto al momento più rilevante, lo hanno capito e continuano a stare al fianco dei giocatori. È un elemento davvero importante in questo rush finale. Così come è fondamentale la crescita di mentalità e di condizione di alcuni giocatori che possono incidere più di altri anche sul piano psicologico. Di Ionita si sono sprecati gli elogi e di Correia le qualità tecniche sono evidenti, ma anche Frare, Silvestri e a tratti Fiordilino stanno giocando con personalità (e Bianconi quando è chiamato in causa). L’apporto di Tonetto a sinistra è, oltre che discreto in copertura, un motore decisivo nelle manovre offensive.
Ma ci sono anche delle nuove risorse. Strizzolo non è un rapinatore d’area ma un attaccante capace di lavorare di sponda e nel gioco aereo aiutando tutta la squadra a salire. Un elemento così appena adesso comincia a girare. E anche Cortinovis, quanto a intuizione tecniche, può risolvere qualche problema. A fare da contraltare mancano, nonostante gli sforzi encomiabili di Jonsson, gli specialisti di destra Balcot e Germano. Il recupero di almeno uno dei due sarebbe un plus determinante specie per le prossime due gare contro avversarie di rango come Padova e Vicenza.
Ora è meglio concentrarsi sul primo derby il cui risultato sancirà quasi definitivamente la prospettiva playout o meno della Triestina. Il successo sul Renate ha tenuto aperta la porta della permanenza in C senza spareggi ma serviranno ancora almeno 6 punti per consolidarla. Senza fare calcoli (che poi c’è la variabile di quanto combinano le avversarie) va detto grazie a chi lavora sul campo per aver tenuto viva la speranza a tre gare dalla conclusione rimediando in qualche modo i disastri che si sono consumati dietro la scrivania. Mercoledì ci sarà l’udienza al Collegio di Giustizia sul punticino di penalizzazione, poi andranno pagati stipendi, previdenza e tasse. Insomma non c’è da annoiarsi, anche se tutti ne avrebbero fatto volentieri a meno.
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